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I consigli letterari di ottobre: 5 titoli da leggere nel primo mese di autunno
Libri per pensare, libri che parlano di amore, libri che parlano di infanzia: i nostri consigli per il mese più autunnale dell’anno
Ottobre è il mese autunnale per eccellenza, si arrostiscono le prime castagne, ci si prepara all’arrivo del freddo, chi ha un camino comincia ad accenderlo e allora cosa ci può essere di meglio se non mettersi comodi e al caldo in compagnia di un buon libro? Ecco quindi una lista di 5 libri da leggere nei primi giorni di autunno.
Per gli amanti dei thriller, L’uomo del labirinto
Se per voi ottobre vuol dire Halloween, potrebbe fare al caso vostro il thriller a tinte horror L’uomo del labirinto di Donato Carrisi edito da Longanesi nel 2017. Si tratta del terzo romanzo del ciclo di Mila Vasquez, ma non è necessario aver letto i primi due, perché la storia è autoconclusiva. Mette angoscia, in senso buono, quel genere di angoscia che il lettore cerca senza sapere bene il perché: è la storia di un rapimento, un doppio rapimento in realtà, poiché anche la stessa agente Vasquez è scomparsa.
Un giorno, la tredicenne Samantha è particolarmente felice perché Tony, uno dei ragazzi più carini della scuola, finalmente vuole parlarle, quindi si è fatta bella per l’occasione. La ragazzina si avvicina a un minivan per specchiarsi nel retrovisore e rifarsi il trucco, ma un uomo vestito da coniglio la trascina in un labirinto sotterraneo. Sam ne riemerge dopo quindici anni, traumatizzata per sempre. Solo allora l’ispettore privato Genko, che ha scoperto di essere in fin di vita, si mette sulle tracce del rapitore. Se non avete tempo di leggere, ma la storia vi ha intrigato, il film del 2019 scritto e diretto dallo stesso Carrisi è fedele alla trama.
Memorie di una ragazza per bene: l’autobiografia femminista di Simone De Beauvoir
Se poi ad Halloween volete davvero spaventare, vestitevi da femminista, scapperanno tutti. Non può mancare nell’arsenale della femminista (ma anche dell’uomo femminista) Memorie di una Ragazza per Bene, autobiografia di Simone De Beauvoir, pubblicato per la prima volta nel 1958 e portato in Italia due anni dopo da Einaudi. Simone racconta la sua storia di bambina molto riflessiva (e leggermente egocentrica), che ama leggere, scrivere, insegnare alla sorella più piccola e farsi grandi domande sulla vita e sulla morte.
Non c’è da stupirsi che da grande sia poi diventata un’intellettuale. Da bambina agognava l’approvazione degli adulti, e dei genitori in particolare, senza pensare che anche questi sono però esseri umani, con i loro difetti, ma soprattutto con le convinzioni conservatrici e bigotte. Presto l’ambiente dove è nata Simone, l’alta borghesia francese (che aspira alla prima classe senza mai raggiungerla), comincerà a soffocare la sua piccola mente, troppo attiva e acuta. Andando avanti con il suo percorso di studi, Simone si avvicinerà alla crème culturale francese, conoscerà Sartre e dovrà scontrarsi con la propria famiglia. Tutto quello che lei voleva era essere libera.
Conoscere Haruki Murakami tramite l’abbandono di un gatto
Un altro romanzo autobiografico (veloce) è Abbandonare un gatto di Haruki Murakami, Einaudi, 2020. Più un racconto lungo che un romanzo, settantasei pagine, intervallate dalle illustrazioni di Emiliano Ponzi, disegni che stimolano la fantasia e che ricordano vagamente lo stile d’animazione dello studio Ghibli. Murakami col tempo è diventato molto popolare in Occidente, per la sua capacità di creare mondi, ma non si era mai addentrato nella realtà della propria vita. Sembra suggerirci di avere una storia normale con una famiglia giapponese tradizionale e in effetti episodi come quello che racconta erano la norma a metà degli anni Cinquanta ed è ancora la norma in situazioni di povertà nel paese.
Nel dopoguerra i suoi genitori se la passavano economicamente male e non potevano permettersi di nutrire la gatta randagia, che si presentava ogni giorno in casa. Suo padre, dunque, decide di abbandonare la gatta. Lui e il piccolo Haruki inforcano la bicicletta e portano la gatta in una spiaggetta, a due chilometri di distanza. Ma quando tornano a casa, lei è lì ad attenderli, li ha preceduti, non si è persa. Decidono finalmente di tenerla. La guerra ha segnato i Murakami, come ha segnato milioni di famiglie al mondo, ma la gatta non deve pagarne le conseguenze. Abbandonare un Gatto si legge in meno di un’ora. L’opera giusta per avvicinarsi a Murakami.
Un romanzo, 10 storie d’amore: I dieci amori di Nishino
Se, chiuso Murakami, volete rimanere in Giappone, ma in maniera più dolce e romantica, forse fa per voi I dieci amori di Nishino, della scrittrice Hiromi KawaKami, sempre di Einaudi. Non è un romanzo convenzionale, perché il lettore non arriva mai a capire chi sia veramente Nishino Yukihiko. Ci appare filtrato, nel racconto di dieci donne, dieci voci femminili che lo hanno amato, chi per qualche settimana, chi per una vita, chi solo per una notte. Ma a loro modo hanno amato e sono state amate da lui, anche se per poco tempo.
Nessuna l’ha mai conosciuto del tutto, ma solo una parte e quella parte ci mostra. Sensibile, simpatico, e allo stesso tempo una vera carogna. Capace di parlare con una donna e poi ignorarla il giorno dopo, capace di conoscerne una casualmente e non lasciarla più, se non per cause indipendenti da lui. Alla fine, morirà da solo? E si merita questa solitudine? Una delle donne può essere davvero “quella giusta”? Vi verrà voglia di avere una storia, quando avrete finito.
Lacci, un libro per pensare
Ma se poi la storia va avanti, probabilmente vi sposerete, ma anche così non tutto può procedere come sperato. Lo racconta bene Domenico Starnone in Lacci, sempre di Einaudi, 2014. Correva voce che Starnone fosse il marito di Elena Ferrante o addirittura che fosse lui stesso Elena Ferrante, questo perché si vedeva una certa somiglianza fra i due nelle tematiche e nello stile. Starnone ha nettamente smentito. A noi questo non interessa, quello che ci interessa è che Lacci è magistrale nel raccontare il fallimento di un matrimonio.
Consigliato per pensare, pensare a ciò che tiene insieme una famiglia. A cosa succede se poi, come il protagonista, insegniamo ai nostri figli ad allacciarsi le scarpe in modo strano. Potrebbero camminare storto, essere derisi, potrebbero essere più felici se i genitori stanno separati, invece di cercare di tenere insieme un matrimonio soffocante. E tutto a causa dei lacci, che comunque non si allentano mai. All’inizio il lettore, che legge il punto di vista della moglie, dà tutta la colpa al marito, ma la storia è più complicata e il pensiero del lettore cambia, col mutare dei punti di vista.