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Hema, alle origini di ‘Murales’: fragilità e intimismo un mattone alla volta

L’INTERVISTA – A tu per tu con Hema e il suo ultimo singolo “Murales”

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Emanuele Panza è Hema, il nuovo singolo Murales

Hema, giovanissimo cantautore classe 1993, presenta il suo nuovo singolo Murales dopo l’esperienza del primo disco, Me faccio sentì, e i singoli lanciati sulle piattaforme digitali, come il brano Déjà vu.

A parlarci di questo nuovo lavoro è proprio Hema, all’anagrafe Emanuele Panza, tra percorsi di autoconsapevolezza e le sfide quotidiane, tra difficoltà e prove costantemente da superare.

Hema: “La ‘H’ nel mio nome rappresenta un’evoluzione”

Murales non è il tuo primo lavoro in studio. Hai già firmato un album in passato con il nome di Emanuele, ma nel 2022 ne uscirà un secondo a firma di Hema. Qual è il significato di questa “H”?

Emanuele Panza è il mio nome, la “H” rappresenta un’evoluzione nel mio percorso più che una differenza col passato. Ho iniziato con il mio nome e con quello ho poi pubblicato il primo lavoro composto da 10 brani inediti, interamente suonato con la band. Ho preferito cambiare il mio nome in Hema perché rispetto al mio primo disco, che è tutto in napoletano a parte alcuni brani, le nuove canzoni hanno un’impronta più digitale e sono in italiano. Sto scrivendo ormai soltanto in lingua italiana e mi sono avvicinato alla scena indie pop nostrana. A causa di questa evoluzione nelle modalità di scrittura, del cambio di genere e delle modalità di registrazione del brano, ho scelto appunto Hema che è l’abbreviazione del mio nome con cui gli amici mi chiamano. A questo ho aggiunto la “H”, per dargli un’impronta maggiormente artistica.

Da polistrumentista, qual è stato il tuo primo strumento, il tuo primo contatto con il mondo della musica?

La prima volta che ho suonato la chitarra avevo 12 anni, poi ho cominciato anche a scrivere perché mi scocciava suonare e basta. Successivamente ho iniziato a cimentarmi anche con la tastiera e quando la band andava a fumare io stavo in sala, suonando la batteria, il piano, il basso e le percussioni. Adesso, dal vivo, suono sempre la chitarra acustica e canto.

Murales, il nuovo singolo: “L’ho scritta durante il lockdown”

hema murales nuovo singolo

In Murales è forte la presenza delle tue origini. Quanto c’è, in generale, del tuo passato nella tua musica?

In tutto ciò che scrivo c’è sempre una mia esperienza personale, e se non è proprio mia, allora è di un mio amico o comunque di una persona vicinissima a me. La maggior parte delle mie canzoni sono le specchio di quello che io vivo, il distillato di tutte le mie esperienze. In Murales c’è un riferimento a mia nonna, però ognuno può ritrovare al suo interno qualcosa che più lo avvicina al vero significato del pezzo.

Quanto c’è del lockdown in quest’ultimo lavoro?

Murales ha avuto una serie di fasi prima di essere completata e ultimata. Ho iniziato a comporla durante il lockdown, in cui tutti abbiamo avuto un sacco di tempo per sottoporci ai nostri esami di coscienza. In questo periodo ho scritto tante canzoni, ma questa era quella che suonavo di più. Le altre le dimenticavo, mentre Murales no, la suonavo continuamente. É nata durante un momento delicato, in cui rimuginavo sulle difficoltà ma anche a quanto ho fatto e ottenuto sino a quel preciso momento, dato che stavo completando dei percorsi personali nella vita e nella musica. Per uno come me che pratica “ansia agonistica” guardare ai percorsi che ho superato mi ha fatto sentire realizzato ma anche pronto alle difficoltà che si presenteranno. Se sono sopravvissuto alle altre, non vedo perché non possa farcela di nuovo!

In Murales metti in mostra le tue fragilità attraverso la metafora dei temporali, ma quando c’è il sole Emanuele com’è?

A parte la speranza e la profonda convinzione che tutto possa andare bene, il sole per me è la musica. Può sembrare una risposta scontata, ma quando suono mi dimentico di tutti i problemi e, anzi, li risolvo. Dopo essermi esibito, o magari anche solo dopo una strimpellata, torno lucido e vedo la soluzione di fronte agli occhi.

Hema: dal Tour Music Fest al Festival di Sanremo?

Hema Murales

Tour Music Fest 2021: com’è stato calcare un palco così prestigioso? 

Mi sono presentato come Hema e stavolta mi sono preparato di più rispetto alle mie passate esibizioni. Sono riuscito ad arrivare in finale e per me è stata una soddisfazione enorme. Ho poi avuto modo di conoscere tanti artisti del mio stesso livello e sto cercando di far fruttare queste conoscenze, mantenere i rapporti e magari collaborare con qualcuno di loro. Arrivare in finale, in un evento così prestigioso, è stato un nuovo passo avanti. Un altro mattone, un tassello in più nel mio muro.

Hai mai considerato l’idea di partecipare ad un talent come Amici, X Factor o direttamente al Festival di Sanremo

Per quanto riguarda Amici feci un provino ma andò male, con X Factor passai la prima fase, ma alla fine non ce l’ho fatta. Diciamo che vorrei riprovare con X Factor perché ad Amici sono ormai fuori età. E poi c’è Sanremo: durante l’estate ho partecipato a delle selezioni di un’etichetta che voleva portarmi al Festival ma poi per varie vicissitudini e determinati comportamenti che non mi sono piaciuti ho preferito tirarmi indietro. Però tutto serve, soprattutto per capire i meccanismi che muovono questo mondo. Io voglio fare musica come lavoro e quindi devo capire come funziona in ogni senso. Devo essere il prodotto giusto per quel mercato, per quell’etichetta, per quella determinata richiesta.

Uno sguardo sul futuro di Hema: “Voglio pubblicare tantissimo un secondo lavoro”

Murales anticipa l’uscita del tuo nuovo album. Ci puoi anticipare qualcosa? 

Voglio pubblicare tantissimo un secondo lavoro dato che ho scritto un elenco di circa 60 canzoni! Ho deciso che comunque sarà composta da 8 o 10 brani, e vorrei fare un album dove sicuramente inserirò un pezzo dal primo disco, uno in italiano, poi cercherò di fare una sorta di media con le mie precedenti esperienze, trovando un equilibro fra passato e presente. Nell’album vorrei inserire poi anche un featuring.

Per te che ruolo ricopre la musica e il musicista nell’attuale dibattito socioculturale?

Mi piace pensare che anche noi musicisti abbiamo una nostra voce. Sono dell’idea che il cambiamento a volte lo fa un “pazzo”, poi le cose cambiano e si avvia un nuovo discorso anche grazie a lui. Penso a Fedez che mi piace un sacco come persona e come artista, lui fa bene a spendersi su più argomenti perché ha una voce che viene ascoltata da un sacco di persone.

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