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Gruppo sanguigno Er: cosa vuol dire e quali conseguenze comporta
Non è una vera e propria novità, ma qualcosa oggi è cambiato
Che cos’è il gruppo sanguigno Er?
Nelle ultime ore si è diffusa la notizia della “scoperta” di un nuovo gruppo sanguigno, nominato Er; ma si tratta davvero di una novità? In realtà l’Er è stato individuato già nel 1982, ma a causa della sua rarità non è stato possibile analizzarlo con completezza. Oggi, è stato raggiunto un traguardo rilevante in merito ad un sottogruppo specifico di Er, che permetterà agli scienziati e ai medici di agire in maniera più efficace ed evitare le spiacevoli conseguenze sugli individui colpiti dalle anomalie causate dall’antigene.
Cosa sono gli antigeni e come si stabiliscono i gruppi sanguigni?
Sulla superficie dei nostri globuli rossi sono presenti alcune molecole, chiamate antigeni. La loro disposizione riconduce al gruppo sanguigno: se è presente il tipo A, il gruppo sanguigno sarà appunto l’A, così per il B; qualora non vi siano né l’uno né l’altro tipo di antigeni, il gruppo sarà lo 0. Infine, in caso siano presenti entrambi, si avrà AB.
Cosa cambia dopo la recente scoperta sul gruppo Er
In realtà la situazione è però molto più complessa e variegata. Gli antigeni sono numerosi ed esistono innumerevoli sottogruppi, come l’Er, che possono avere impatti clinici notevoli. Un antigene che il corpo non riconosce, viene infatti combattuto dal sistema immunitario e questo accade proprio con Er. A portare all’identificazione di Er è stata proprio una tragedia: la morte di due neonati. Da quel momento gli studi sono proseguiti e oggi è stato compreso ciò che consente all’antigene Er di essere aggiunto alla superficie dei globuli rossi, ovvero il gene PIEZO1. Lavorando su questo potranno essere prevenute e combattute malattie potenzialmente gravi per i neonati.