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Grandi: “La pizza? Finché è rimasta a Napoli una schifezza”

Dopo la cucina italiana in genere, anche la pizza viene “fatta a pezzi” da Grandi e viene chiamata in causa proprio Napoli

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Cucina italiana al centro del dibattito: Grandi scatena le polemiche con la sua versione sulla pizza

Si continua a rivendicare il prestigio e l’eccellenza della cucina italiana dopo l’articolo del Financial Times dove alcuni piatti tipici della tradizioni sono stati del tutto demoliti dalle origini: riprende ora la parola Alberto Grandi, storico dell’alimentazione e professore all’Università di Parma che si sbottona sulla pizza, non proprio la migliore a suo dire finché è rimasta a Napoli.

Le contaminazioni e i viaggi alla base della cucina italiana

Sono parole che sicuramente faranno rivoltare lo stomaco a numerosi napoletani quelle rilasciate al Corriere della Sera da Alberto Grandi, storico dell’alimentazione che ha studiato origini e non solo della cucina italiana. Uno studio a cui ha dedicato tutta la sua carriera. Già da giorni il nome rimbalza per lo Stivale dopo l’articolo del Financial Times dove la cucina italiana è stata presa di mira. Una polemica che a dire della Coldiretti sarebbe nata non a caso dopo la candidatura della cucina italiana all’Unesco come patrimonio dell’Umanità.

Grandi sulla pizza: “Finché è rimasta a Napoli è stata una grandissima schifezza”

Se però nell’articolo inglese ci si batteva su tiramisù e carbonara, le cui origini non sarebbero italiane ma americane, Grandi ora parla della pizza. “Finché è rimasta a Napoli la pizza è stata una grandissima schifezza“, ha dichiarato lo storico. Una dichiarazione forte che sicuramente desterà polemiche. “La cucina italiana come la conosciamo oggi è frutto di contaminazioni e del fatto che milioni di italiani sono andati in giro per il mondo e hanno imparato a cucinare scoprendo ingredienti nuovi“, così sempre Grandi al Corriere. La pizza, che in Italia sarebbe stata il “piatto” delle classi sociali più povere per lungo tempo, avrebbe fatto il salto di qualità solo dopo essere passata da New York. “Lì si è riempita di prodotti nuovi e della salsa di pomodoro, diventando la meraviglia che conosciamo oggi“.

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