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Gli smartphone del futuro: come saranno i telefoni intelligenti della prossima generazione?
I grandi marchi di telefonia valutano il ritorno al “pieghevole”
Le mode sono come le onde, vanno e vengono, incessanti e impossibili da fermare. E anche il mondo degli smartphone non è esente da questo discorso, anzi. Nel corso degli ultimi 20 anni abbiamo visto il mercato mondiale essere conquistato da apparecchi sempre più sottili ma dagli schermi sempre più grandi, pronti a sostituirsi in tutto e per tutto agli altri device digitali, fornendo esperienze via via sempre più immersive. Ma prima di loro, chi c’era?
La risposta va forse cercata in soffitta, o in qualche cassetto nei nostri studi. Magari tra qualche cianfrusaglia, dimenticati da tempo, potrebbero saltare fuori proprio loro: i telefoni pieghevoli. Sì, proprio con lo sportellino che comodamente si infilavano in tasca e ci permettevano di essere comunque connessi con chiunque. Sì, quelli come il Motorola Razr o il Samsung SGH-T100, il primo telefono a utilizzare un display a transistor LCD a matrice. Sì, quelli che ti stanno improvvisamente facendo sentire vecchissimo.
Ma tornando a volgere lo sguardo in avanti: qual è il futuro della telefonia? I grandi brand proseguiranno sul solco tracciato dagli smartphone oppure stringeranno l’occhio ai grandi fasti dei primi anni duemila?
Gli smartphone pieghevoli: back to origins o meglio di no?
Volendo capire quale possa essere il futuro dei nuovi apparecchi digitali e se questo possa abbracciare il lieto ritorno nella casa dei telefoni “sportello-muniti”, bisogna cercare di capire quali potrebbero essere i pro e quali i contro.
Un punto a favore è senza dubbio quello relativo al poter superare l’annoso problema della fragilità del vetro temperato, che viene montato nella gran parte degli attuali smartphone. Uno schermo flessibile è più adatto a sopportare cadute accidentali o sollecitazioni di varia natura, rendendo sicuramente il telefono più robusto.
Altro vantaggio è dato dal fatto di poter avere non uno, ma ben due monitor, avendo quindi un primo contenuto in uno dei due schermi e un secondo visibile nell’altro monitor. Altri due possono essere considerati come vantaggi: la compattezza dell’apparecchio, non più legato alle dimensioni esorbitanti degli attuali cellulari e la possibilità di abbattere i costi una volta avviata la produzione su larga scala.
Ma non è tutt’oro ciò che luccica, perché se tanti fattori sono da considerarsi “pro” per questa tipologia di modello, ci sono ovviamente anche alcuni svantaggi. La tecnologia degli smartphone, infatti, è incentrata sull’abbattimento dello spessore, cosa che non può avvenire, o comunque verrà limitata, se il telefono andrà a piegarsi su se stesso. Inoltre il numero di pixel potrebbe essere ridotto a fronte di una maggiore compattezza, limitando la risoluzione, almeno nei primi modelli, degli schermi.
C’è da valutare inoltre che, trattandosi di una nuova tecnologia, il prezzo iniziale avrà una media più alta rispetto ai competitor, non essendo esente da possibili problemi critici legati proprio alla novità e alla mancanza di una mole complessa e ampia di studi da parte degli sviluppatori.
Il futuro degli smartphone: cosa aspettarci
Lo smartphone pieghevole testimonia la volontà di provare qualcosa di diverso rispetto a ciò a cui il mondo si è abituato finora. E riadattare vecchi modelli potrebbe sicuramente essere una mossa destinata ad avere un proprio successo, sull’onda della nostalgia e del vintage. Va detto che però, nonostante alcune grandi aziende come Samsung si siano già messe a lavoro nel campo degli smartphone pieghevoli, questi sono ancora da considerare perlopiù dei prototipi, non ancora del tutto adattati ai design e ai sistemi operativi Android e iOS e quindi poco appetibili al pubblico, che difficilmente ne acquisterebbe un modello.
Molti sono gli ostacoli che, eventualmente, i pieghevoli andrebbero a incontrare, basti pensare all’ottimizzazione del comparto delle telecamere pensato proprio per gli smartphone e come questo dovrebbe essere traslato e adattato su un dispositivo con due schermi. Ma come si diceva in apertura, le mode sono un po’ come le onde, per cui non ci resta che attendere la prossima mareggiata.