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Gianduiotto, Svizzera contro Italia: è a rischio la ricetta originale

Il gianduiotto non si cambia: la protesta dei cioccolatai piemontesi

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Il caso gianduiotto: la Svizzera vorrebbe stravolgere la ricetta piemontese

Negli ultimi giorni si sta disputando una lotta per la salvaguardia di uno dei cioccolatini simbolo della tradizione italiana piemontese: il gianduiotto. Dopo che è stata presentata la richiesta per far ottenere a questo cioccolatino il marchio Igp (Indicazione geografica protetta), si è scatenata la guerra tra il gruppo svizzero Lindt e i paladini della tradizione culinaria piemontese. La multinazionale svizzera vorrebbe infatti stravolgere la ricetta, aggiungendo a questa il latte in polvere per economizzare i costi di produzione.

A questa volontà si è opposto Antonio Borra, segretario del Comitato del gianduiotto di Torino Igp. Il gianduiotto, inventato a Torino dall’azienda Caffarel (ora di proprietà svizzera), non prevede l’uso di questo ingrediente. Infatti, per la sua realizzazione il gianduiotto prevede solo 3 ingredienti: nocciola, zucchero e massa di cacao. Guido Gobino, storico cioccolatiere torinese, ha detto: “Il latte in polvere costa meno della nocciola ma il disciplinare deve essere rigido, non puoi basarti sulla convenienza. Altrimenti non sei più credibile“.

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