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GF Camomilla, la fretta si accompagna ai cliché e la Soleil “sorge” quando è troppo tardi

Statica, intrisa di cliché e refusi, frettolosa quando non deve, lentissima per il resto del tempo: la terza puntata del GF Vip poteva fare di più

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C’è qualcosa che di questo Grande Fratello Vip non piace e contando che l’unica vera variabile di anno in anno è il cast, questa volta i concorrenti sembrano siano da escludere. C’è qualcosa a monte, a livello di gestione e conduzione che convince sempre meno di puntata in puntata dando vita all’effetto camomilla-refuso: anche il più bel libro se intriso di piccoli errori qua e là lascia a desiderare e pagina dopo pagina, lentamente, invita a cambiare… in questo caso il canale. Troppi cliché a livello autoriale, sorprese che non sono sorprese dopo appena una settimana di reality, riflettori accesi sui nomi più forti per andare su un fittizio “sicuro”, poche dinamiche e soprattutto poco spazio a ciò che è il reality se non sul finale, quando il pubblico ha già preso la propria decisione: dormire o darsi allo zapping selvaggio.

GF Vip: la terza puntata si guarda comodi in tv, così comodi da sonnecchiare

Se gli autori pensavano che alla terza puntata del Grande Fratello Vip far entrare in casa per qualche minuto ben 2 sorprese auspicandosi le emozioni scosse dalla figlia di Dayane Mello o l’effetto Oppini-di-ritorno per supportare Zorzi hanno sbagliato, di grosso. Il Grande Fratello Vip 6, giunto alla sua terza puntata, continua a non convincere il pubblico che a Casa lo guarda e sui social sbuffa o peggio, si annoia. Tante volte al banco degli imputati sono stati fatti sedere i vipponi, incriminati in prima persona dei reati di nullafacenza, arroganza, antipatia, inconcludenza… ma questa volta sembra che i concorrenti in gara non ne possano nulla davanti ad una gestione approssimativa, lacunosa, che si trascina su piccoli cliché e che si perde in frettolosità laddove il pubblico invece vorrebbe sguazzare, sapere, conoscere.

Brava! Però ora puoi anche togliertelo

Sin dall’apertura qualcosa è andato storto quando Jo Squillo, l’attivista del cast, si è presentata in puntata con un simbolico niqabper non dimenticare le sorelle di Kabul“. Si sa quanto è difficile introdurre ex abrupto un argomento così tanto delicato e lontano dal contesto giocoso del reality e quali possano essere le derive (motivo per il quale a volte si tende ad evitare alcune discussioni o, al contrario, si abbassa il tono e si abbandona del tutto lo spirito goliardico insito del programma). Quindi una volta deciso per il “sì, facciamolo” anche di fronte al rischio di ricadere nell’esibizionismo (non della sola Jo Squillo, ma di tutto l’affaire) non si dovrebbe avere paura di dedicargli il tempo, il modo e il tono anche a costo di tralasciare per più di una decina di minuti il fine ultimo del programma. Invece, quello che poteva essere un nobile gesto (e che poteva a questo punto essere collettivo, corredato di argomentazioni, plasmato e posto a confronto con realtà diverse e personali) è stato del tutto vanificato dalla fretta e dalla superficialità con la quale è stato liquidato in meno di 5 minuti: tutto molto bello, bravissima Jo Squillo, un bel 9 in pagella, viva la libertà, viva le donne ma ora togliti quella roba che sei inquietante e vatti a mettere le paillettes come tutte le altre compagne di classe, il tuo momento di attivismo quotidiano l’hai avuto ma qua nunc est sharendum.

Il rischio c’era, ed è andata proprio come si temeva.

Carramba! Che… ma di già?

Che dire del dopo? Ancora una volta ai vipponi non si può recriminare nulla: sono nella classica Casa, mangiano, dormono, convivono, ci provano e a giudicare dalle dirette h24 ce la fanno anche a creare qualche dinamica interessante o almeno, abbastanza forte da tenere accesa la fiamma della curiosità senza magheggi dal confessionale. Peccato però che di quel che accade nella Casa si parli poco, troppo poco e senza un motivo. O meglio, il motivo è stato dedicare oltre un’ora di puntata a due sorprese, il saluto della sorella di Aldo Montano e quello del marito di Carmen Russo: due ingressi di quelli che avrebbero dovuto far commuovere se non fosse che è passata appena una settimana e non è venuto da commuoversi nemmeno a Montano e Russo che i parenti li hanno salutati appena 5 giorni fa.

Effetto allappante come troppo comodo ed estremamente forzato è stato poi accendere da rigoroso copione i riflettori su Katia Ricciarelli, trattata come il pezzo da 90 per partito preso come se qualunque donna che decidesse di partecipare al Grande Fratello Vip superata la soglia dei 70 anni sia necessariamente la più amata, al più forte, la più interessante, la più De Blanck… quando di De Blanck, lì dentro, ce n’è stata solamente una.

Finalmente Soleil ma quando il sole Sorge

Slavata la conduzione di Signorini che sembra interessarsi più a far andare avanti la puntata senza interessarsi davvero a ciò che le persone dicono, a ciò che le persone fanno parlandogli sopra, togliendo l’audio, staccando la corrente e quando finalmente, dopo 2 ore e mezza, è il momento di toccare un argomento di cui tutti hanno parlato, discusso e chiacchierato fuori dalla Casa (da dove arriva lo share, ricordiamolo) è tutto un abbozzare ma non troppo, un gridare “Amedeoooo Goriaaaaa” per poi sussurrare a bassissima voce “ci piaci mandrillo, legati quelle mani dai stacco, ne riparliamo dopo la pubblicità.

Pubblicità ma poi non ne parliamo perché non c’è nulla di cui parlare, pubblico ipocrita con il politically correct degli altri!

E dopo 3 ore e passa di programma, tra occhi lacrimanti, sbadigli e un “che noia” su Twitter, arriva per l’esasperazione anche dei più stoici, a mezzanotte passata, il momento di parlare di cosa è accaduto nella Casa e del rapporto tra Gianmaria Antinolfi e Soleil Sorge. Non trattati di fisica nucleare certo, ma esattamente ciò che ci si aspetta dal programma, ciò che tutti in fondo vogliono vedere quando scelgono di guardare il Grande Fratello Vip: un momento potremmo dire topico relegato a puntata quasi conclusa con lo sgomento di chi, anche sveglio, non riesce più ormai a cogliere i punti salienti annebbiato dal sonno.

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