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Georgette Polizzi, il parto e le difficoltà col compagno: “O ti dai una mossa o…”

La nuova vita da mamma sta mettendo a dura prova il rapporto con il compagno Davide

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La vita da mamma ha stravolto le sue abitudini: Georgette Polizzi si confida con i follower

Georgette Polizzi è da poco diventata mamma della piccola Sole, la figlia avuta con il compagno Davide Tresse. Il primo periodo dopo la nascita della bambina non è però stato dei più sereni per lei. Il grande stravolgimento avvenuto nella sua vita le ha causato preoccupazioni e stress per la difficile gestione contemporanea degli aspetti familiari e lavorativi. Oltretutto, la ragazza ha anche problemi di salute seri, che non fanno altro che peggiorare la sua situazione. Da questo, la necessità di sfogarsi attraverso i social.

Lo sfogo di Georgette Polizzi su Instagram

“Sono una mamma e oggi voglio raccontarvi gran parte di quello che nei social non si vede”. Questo l’esordio di Georgette Polizzi, che ha deciso di confidare le sue difficoltà più intime nella speranza di trovare condivisione e conforto. L’influencer ha così proseguito: “In queste due settimane, in cui mi sono trovata da sola, senza aiuti a seguire lavoro, casa, famiglia e piccola Sole ho vissuto quello che molte mamme vivono tutti i giorni. Arrivi a casa sfinita la sera, tuo marito ti cerca perché ha voglia di intimità, ma l’unica cosa che riesci a fare é crollare sul divano dalla stanchezza”.

Le parole sulle difficoltà col compagno Davide Tresse

Georgette Polizzi ha così chiamato in causa il rapporto con il compagno, Davide Tresse, messo duramente alla prova dal periodo che stanno vivendo: Dormire in due stanze diverse diventa una routine, soprattutto se lui russa e tu hai bisogno di dormire e riposarti. […] L’intimo appaiato non so più cosa sia. […] Le discussioni con il Momo sono all’ordine del giorno e la colpa é sempre solo una: la stanchezza. Puntualmente con la faccia da pazza gli dico: ‘Guarda che io sono esaurita, non ce la faccio più. O ti dai una mossa o me ne vado con Sole!‘”. Infine l’appello: “Quante mi capiscono? Non fatemi sentire sola“.

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