G-8X9FB2YCC0

Programmi

Francesca Cavallin si racconta a Verissimo: la sua lotta contro bulimia e anoressia

Due mostri difficili da combattere, dei quali bisogna parlare

Pubblicato

su

Francesca Cavallin e il suo passato, combattendo un mostro invisibile

Francesca Cavallin, attrice ed ex modella, nel corso dell’intervista di ieri a Verissimo ha affrontato un tema molto delicato, confessando alcuni aspetti non facili del suo passato. Confidandosi con Silvia Toffanin, conduttrice del programma in onda su Canale 5, Francesca Cavallin ha parlato dei suoi problemi con il cibo, quanto sono durati e quale è stata la loro origine.

“È tutto iniziato quando ho capito che non mi sarei sviluppata come mia mamma e mia sorella”

Il fascino della donna mediterranea è noto in tutto il mondo. Forme del corpo sinuose e pronunciate, occhi del colore della terra profonda e carnagione della pelle che subito rimanda al caldo sole del Sud. Francesca Cavallin, invece, è l’esatto opposto. Corpo asciutto, occhi e pelle chiara. Nonostante ne sia in gran parte responsabile il suo luogo di nascita (Bassano del Grappa, Veneto), il fatto di non aderire allo stereotipo di bellezza mediterranea, per la Francesca Cavallin adolescente, è stato un duro colpo da incassare. Ed è stata questa una delle cause della sua anoressia prima e bulimia dopo, malattie con cui si è dovuta confrontare nel corso della giovinezza.

L’intervista a Verissimo

Nel corso dell’intervista, racconta di come sia tutto iniziato. “L’inizio di tutto ha coinciso con l’epoca in cui c’erano queste top model che iniziavano ad avere una rilevanza dal punto di vista globale, alla stregua di grandi star del cinema, che proponevano un modello fisico davvero inarrivabile“. E continua: “Ho passato un periodo in cui non mangiavo, ero dimagrita molto, pesavo il cibo con le mani. Non ero così grave da ricovero, ma ho avuto problemi fisici importanti: non ho avuto il ciclo per nove mesi, i capelli si erano diradati“. Ha raccontato inoltre di quanto la bulimia sia una malattia ancora più infima rispetto all’anoressia, perché quasi invisibile, ma sempre presente nella testa di chi ne è affetto, il quale diventa una vittima della propria mente.

Exit mobile version