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Fermate la Terza Guerra Mondiale, quella contro l’Umanità

L’EDITORIALE – La storia non può profetizzare nulla, eccetto una cosa: nessun grande rivolgimento nei rapporti umani accade mai nella forma che gli uomini dell’epoca precedente hanno immaginato

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Terza guerra mondiale Kiev Ucraina

La guerra sfigura il volto dei popoli; questa, che si sta combattendo per ora solo in Ucraina, se prenderà fuoco, coinvolgendo militarmente le altre nazioni, cancellerà il genere umano. Niente altro è più empio della guerra, più sciagurato, più pericoloso, triste ed infelice. Da nulla, come dalla guerra – scriveva nei suoi Adagia il grande umanista Erasmo da Rotterdam – è più difficile venire fuori e nulla è più tetro e indegno dell’essere umano che intraprenda con ferocia barbara un conflitto armato. Eppure l’uomo, a differenza di tutti gli altri animali, se consideriamo l’aspetto e la figura del suo corpo, è stato creato con un’innata predisposizione all’amicizia piuttosto che alla guerra, alla conservazione piuttosto che alla distruzione, al bene piuttosto che al male.

Non esitiamo a chiamarla Terza Guerra Mondiale

Gli altri animali nascono già armati: corna, artigli, zanne, corazze ed altro ancora. L’uomo invece è indifeso, nudo, nel suo corpo nulla sembra essere pensato per la battaglia o per la violenza.  Dovrebbe essere l’ultimo asilo per tutti, una sorta di comune e santissimo altare, un’ancora di salvezza sacra per qualsiasi essere vivente. E invece l’anima, diversa in ciascun uomo, prende il sopravvento sulla sua natura; quando è maligna, è spietata, disprezzante delle leggi, pronta a osare qualunque crimine, anche quello contro se stesso, contro il genere umano. Dalla guerra nasce la guerra, perciò deve essere fermata subito questa, che molti non osano ancora chiamarla, per la paura che il solo nome desta, Terza Guerra Mondiale.

Da Virgilio ad Einstein: l’inascoltato grido di illuminati e scienziati su ciò che sta accadendo, di nuovo

I poeti antichi, attenti indagatori della natura e bravissimi a velarne i segreti con immagini allegoriche, scrissero che la guerra risale dagli inferi sospinta dalle Furie. E non tutte le Furie apparvero adatte ad occuparsi di questo orrore: fu scelta la peggiore, ci racconta Virgilio nell’Eneide: “Che ha mille nomi e conosce mille modi per compiere il male”. All’indomani della conclusione del secondo conflitto mondiale, rispondendo ad alcuni giornalisti, Albert Einstein esclamò: “Io non so con quali armi sarà combattuta la Terza Guerra Mondiale, ma la Quarta Guerra Mondiale sarà combattuta con pietre e bastoni”. Una metafora ben chiara che voleva sottintendere le possibilità sterminatrici che già all’epoca avevano raggiunto le armi batteriologiche e nucleari di distruzione di massa che, a maggior ragione oggi, porterebbero l’intero pianeta verso la catastrofe totale. Siamo ormai al concretizzarsi di quanto in passato illuminati storici e scienziati pacifisti paventavano e allo stesso modo scongiuravano: uomini per mezzo della scienza si combattono con quel genere di mezzi che ogni precedente civiltà, dalla più alta alla più rozza, temette come manifestazione della divinità, del fato, di un demone, della natura. Non c’è regione del pianeta in cui la vita umana, che di per sé è brevissima, non sia già perennemente in pericolo.

“La guerra piace a chi non la conosce; il veterano trema, quando la vede arrivare

Stiamo uscendo, stanchi fisicamente e mentalmente, chi sa come da una pandemia, “pseudo guerra virologica”, le cui cause sono ancora dolosamente incerte, per essere scaraventati, contro il nostro volere, ma per volontà di qualcuno, in un’altra più lacerante e sanguinosa realtà. Tanti sono i mali che incombono su di noi, che non a torto già Omero definì l’essere umano l’animale più infelice. Ma se questi mali inevitabili come le malattie, che accadono non per nostra colpa, ci rendono sventurati, quelli bellici rendono invece gli uomini malvagi. Satanica ironia verso il principio creatore del mondo, che l’umanità, colpevole, meriterebbe senz’altro di perire nella propria vergogna. Ci sono esperienze, nella vicenda umana, di cui non si comprende quanto siano pericolose e devastanti, se non dopo averle toccato con mano. “La guerra piace a chi non la conosce; il veterano trema, quando la vede arrivare”, citava Pindaro in un suo famoso verso. L’uomo che oggi progetta e fa una guerra, uccidendo bambini, donne, vecchi e suoi simili, la conosce invece molto bene, e proprio per la sua non ignoranza sarà marchiato per l’eternità di infamia bestiale.

Fermate la Terza Guerra Mondiale, fatelo per l’Umanità

Sembra un brutto sogno che al mattino, guardando il sole, viene spazzato via, pensando che finalmente l’uomo ha compreso che la guerra è sinonimo di morte: basterebbe osservare per un attimo il XX secolo, per non andare troppo indietro nel tempo. Eppure è tutto orribilmente vero. Oggi c’è la guerra in Europa, in casa nostra. L’umano senso di responsabilità tocca il fondo della decadenza con la guerra, quando il criterio dell’approvazione o della condanna viene sottoposto a una finalità fondata sull’egoismo. La storia non può profetizzare nulla, eccetto una cosa: nessun grande rivolgimento nei rapporti umani accade mai nella forma che gli uomini dell’epoca precedente se lo sono immaginato. Abbiamo la certezza che le cose accadono diversamente da come ce le aspettiamo. Nell’esito ultimo di un’epoca troviamo sempre una componente, che, con il senno di poi, comprenderemo essere stata il nuovo, inatteso e inimmaginabile a priori. Tale incognita può comportare la rovina. Ma fino a quando la previsione potrà oscillare tra rovina e salvezza, l’uomo ha il dovere di sperare. Come si può essere ottimisti quando viene offerto un quadro tanto lugubre dell’oggi e un ancor più cupo presagio dell’avvenire?

Terza guerra mondiale Kiev Ucraina

Io non definisco ottimista l’uomo che sottovaluta i pericoli gravi, sostenendo che tutto finirà per il meglio; bensì colui il quale, pur valutando in tutta la sua portata la minaccia dell’imminente tracollo, tiene nondimeno alta la speranza, anche qualora non si scorga all’orizzonte una via d’uscita. La speranza può essere fondata unicamente sull’improbabile. Quella che si fonda sull’osservazione rigorosa di fatti potenti non è speranza, bensì purtroppo è freddo calcolo. Allo stato attuale del mondo, se si vuole salvare la civiltà dall’incombente rovina, gli uomini e le nazioni hanno soprattutto bisogno di essere uniti nei valori assoluti di libertà, fraternità, uguaglianza e fiducia, affinché la loro forza riporti l’ottimismo e la pace sulla terra. Nella concordia, scriveva Sallustio, fioriscono le piccole cose, nell’odio precipitano anche quelle grandi. La pace è la madre e nutrice di ogni bene, la guerra all’opposto soffoca, distrugge e annienta ogni felicità e ogni ricchezza, immergendo la vita umana in ogni sorta di atrocità, prima di cancellarla per sempre. Sono convinto che, se alleati per il bene di tutti, nessuna guerra potrà mai disintegrare quel millimetro quadrato di territorio dove trovano asilo l’onore e la fiducia, l’amore e l’armonia; ed è proprio da quel territorio, infinitamente più ampio di migliaia di chilometri di potenza, prepotenza e arroganza, che bisogna subito ripartire. Fermate la Terza Guerra Mondiale! Adoperiamoci per la pace, affinché l’Umanità sia fiera dell’Uomo.

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