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MUSICA

Ezio Bosso, il coraggio di un uomo dietro alla grandezza del Maestro. Il ricordo e il regalo di oSKAr per i 50 anni

L’INTERVISTA – Nel giorno dei 50 anni del Maestro, il leader degli Statuto e suo grande amico oSKAr ricorda l’umiltà e la semplicità del grande divulgatore

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Maestro e divulgatore: Ezio Bosso oggi, 13 settembre 2021, avrebbe compiuto 50 anni. Sarebbe stata una festa in Italia, nel mondo, negli ambienti artistici e non solo; sarebbe stata festa a Torino, nella sua Piazza Statuto dove ad attenderlo per festeggiarlo avrebbe trovato gli amici di sempre, i suoi Mods. Scomparso il 14 maggio 2020 a Bologna, Bosso continua a vivere nella sua grandezza artistica, nei suoi studi e nelle sue sinfonie, nei ricordi di chi lo ha conosciuto, di chi è cresciuto insieme a lui come Oscar Giammarinaro, leader della storica band torinese Statuto. Un’amicizia profonda, un legame artistico indissolubile coronato oggi, simbolicamente, da un regalo: quello di oSKAr che per i 50 anni dell’amico ha voluto pubblicare un inedito caro al Maestro, La musica magica, i cui diritti d’autore verranno devoluti in beneficenza a Radio Parkies – Associazione Italiana Giovani Parkinsoniani, così come a Ezio Bosso sarebbe piaciuto.

Chiacchierando al telefono con noi de laWebstar.it oSKAr, il leader degli Statuto ci ha raccontato il Maestro e l’Uomo, Ezio e Xico, la grandezza e l’umiltà, il rispetto per la malattia e la dedizione, lo studio, l’amore per la musica e per la vita di Ezio Bosso.

oSKAr ed Ezio, giovani scopertisi Mods: il tempo di Piazza Statuto

Tu ed Ezio vi siete “scoperti Mods” da giovanissimi, eravate amici d’infanzia:

L’ho conosciuto quando aveva 11 anni; è venuto a fare le scuole medie in Conservatorio e dopo aver cominciato a suonare uno strumento che non lo convinceva si è messo a studiare contrabbasso nella mia classe.

Che ragazzino era?

Era un bambino e per noi era Xico perché aveva le sembianze di Cico, il partner di Zagor, un fumetto degli anni ’70. Poi crescendo la similitudine è andata a svanire e anzi c’era una certa somiglianza fisica con me. Quando mi ha conosciuto era rimasto affascinato dal modo di vestire e dalla musica che ascoltavo, ha cominciato anche lui a frequentare Piazza Statuto Mod e si è scoperto Mod. Era un Mod con i capelli come me, c’era questa somiglianza e chi non ci conosceva chiedeva se eravamo fratelli. Poi lui dopo è andato a studiare, purtroppo per noi ma non per lui: è andato all’estero e non ha più suonato con noi ma siamo sempre rimasti molto legati, sempre in contatto, avevamo un rapporto molto stretto.

Qual è il momento, il ricordo, il gesto che ti porti dietro di quello che è stato il tuo personale rapporto con Ezio?

Penso gli ultimi anni della sua vita, quando lo vedevamo arrivare in Piazza Statuto il sabato con gli altri Mods. Era già malato e anche in sedia a rotelle, è sempre venuto; essendo poi già molto conosciuto quando ci spostavamo dal nostro posto in Piazza anche solo al bar, in quei 500 metri la gente lo fermava e lui non si negava mai, a nessuno. Si è sempre fermato a parlare, a fare foto e a volte ci mettevamo anche 1 ora e mezza per arrivare al bar e noi eravamo così contenti per lui…

Ezio Giammarinaro ed Ezio Bosso. Fonte: Instagram

Ezio Bosso: “Divulgatore per il grande pubblico, Maestro per i musicisti

Facile a posteriori e da esterni agli ambienti musicali parlare di Ezio Bosso come un Maestro. Da musicista e da amante della musica, dell’arte, per te dove risiedeva la sua grandezza?

Il termine Maestro da determinate persone lo infastidiva, da altre lo inorgogliva e faceva bene. Lui è stato un Maestro e un Divulgatore della musica, ha diretto le più importanti orchestre del mondo interpretando i più grandi autori della storia come Beethoven ma conosceva a menadito tutte le sinfonie più importanti da Mozart ad autori più recenti come Tchaikovsky per non parlare di Bach. La sua peculiarità, la sua grandezza, era quella di spiegare il significato delle sue scelte artistiche nell’interpretare determinate composizioni ed era una conoscenza che ha approfondito proprio nel periodo in cui è stato colpito da questa malattia che ha combattuto con lo studio. Studiava tantissimo tant’è che non era un pianista: lui era un diplomato di contrabbasso e negli ultimi 20 anni si è messo a studiare pianoforte diventando un pianista con capacità interpretativa fenomenale. Ha saputo tradurre in energia, creatività e forza tutte le avversità fisiche che lo avevano afflitto: per questo è stato un grande divulgatore di musica, ha saputo portare al grande pubblico la cosiddetta musica colta, destinata ad una certa élite, quando così non è, in maniera brillante.

Credi che “divulgatore” sia il termine più giusto per ricordarlo?

Sì, divulgatore per il grande pubblico, Maestro per i musicisti.

Pensi che l’Italia si sia accorta troppo tardi della sua grandezza?

Sì, lui ha avuto la grande visibilità al pubblico dopo che è andato al Festival di Sanremo come ospite nel 2016 ma lui era già molto famoso nel resto del mondo, aveva già composto 3 sinfonie che aveva portato sui più importati palcoscenici d’Europa.

E perché nel resto del mondo sì e in Italia no?

Ah questo non lo so… Non ne ho idea e il mondo della musica classica è un mondo dal quale sono uscito da ragazzino dal punto di vista professionale, non di ascolto. È un mondo molto difficile come tutti gli ambienti artistici ma devo dire che i grandi musicisti come Abbado già lo consideravano per ciò che era, uno dei più grandi compositori italiani. Abbado già prima di Sanremo lo considerava il migliore dei giovani maestri e divulgatori della musica classica che ci fossero in circolazione. Quando il pubblico lo ha conosciuto come artista e personaggio a livello pop, per popolare, nell’ambiente classico era già molto apprezzato.

Lo studio come risposta alla malattia

Ti ricordi quando ti ha parlato per la prima volta della malattia?

Sì, purtroppo ha avuto questo tumore al cervello del quale me ne ha parlato solo dopo, quando è guarito. Non abitava più a Torino e c’è stato un anno in cui anche io avevo avuto diversi problemi di salute, avevo perso totalmente la voce e per 2 anni non sono riuscito neanche parlare, quindi le cose sono state contemporanee, diciamo che ne siamo usciti insieme. Mi aveva detto che dovevo andare a una festa perché era uscito definitivamente da questo problema se non che ne è subentrato un altro, questa malattia degenerativa che non era la SLA, era un’altra malattia altrettanto brutta e non curabile. Quella me la comunicò subito e anzi ne parlava con molta tranquillità e molto coraggio ma mi risparmiava i momenti più difficili. Quando stava veramente male si chiudeva in se stesso e non ci sentivamo.

Da uomo a uomo, qual è l’insegnamento che ti ha lasciato?

Il suo coraggio. Poi avendolo conosciuto nel tempo è cambiato in maniera incredibile, il Xico era una persona totalmente diversa e non come indole, è sempre stato bravissimo e disponibile, ma è cambiato come genialità e capacità soprattutto di cogliere subito una risposta al problema. Come conoscenza e competenza era una persona importante e con la quale potevi trovare risposte ai tuoi problemi veramente su tutto, era una mente superiore e non lo dico perché era mio amico.

Ezio Bosso ed oSKAr Giammarinaro. Fonte: Instagram

E il ricordo più divertente che ti lega a lui?

Con chiunque parli di noi Mods di Piazza Statuto, tutti quanti quando c’è da raccontare la cosa più divertente riguardo Xico parliamo di quando ci aveva fatto mettere a fuoco e fiamme Rimini. A un raduno Mod a Rimini diceva che gli avevano rubato la vespa e noi abbiamo fatto di tutto, siamo andati a cercarla ovunque, fatto sta che dopo ore che la cercavamo dice ‘ma forse l’ho parcheggiata in un altro posto’. Siamo andati in questo altro posto e la vespa era lì: tutto quel casino che avevamo fatto per ritrovarla, e poi era lui che si era confuso! E oltretutto, lui non ha mai avuto la patente però si era fatto lo stesso il viaggio da Torino a Rimini [ride ndr.].

La musica magica: l’inedito per il compleanno di Bosso

Oggi, 13 settembre, è il giorno de La musica magica:

Era un suo regalo di compleanno; a lui era piaciuta molto, conservo gelosamente i messaggi dove si esprimeva su questa canzone che sono veramente gratificanti e volevo presentarla a Sanremo quell’anno, poi non abbiamo fatto in tempo. Mi aveva detto che comunque se l’avessero presa l’avrebbe arrangiata lui per l’orchestra. Poi però Ezio è venuto a mancare a maggio e io l’ho presentata l’anno dopo ma non l’hanno presa. È esattamente com’era, ho solo inserito nel testo due frasi che ha detto nella sua ultima intervista e poi l’ho lasciata così com’era e mi sembrava giusto pubblicarla anche per rispetto nei suoi confronti. Tutti i diritti d’autore del testo verranno devoluti in beneficenza a questi ragazzi di Radio Parkies – Associazione Italiana Giovani Parkinsoniani, un’iniziativa davvero bella che si occupa di seguire giovani affetti da morbo di Parkinson che sono molto più numerosi di quanto ci si immagina e lui si era avvicinato molto a questa realtà facendo un sacco di beneficenza senza mai farlo sapere in giro. Ci sono dei suoi interventi benefici dei quali non si parla, davvero tanti.

Cosa pensi oggi quando guardi la targa che c’è in Piazza Statuto che porta il suo nome?

È una cosa della quale vado molto fiero perché so che a lui avrebbe fatto veramente tanto piacere. Lui ci teneva tanto alla Piazza, ai Mods, e che ci sia il suo nome per noi è motivo di orgoglio e appartenenza e fa piacere vedere la gente che passa, che la legge, qualcuno che fa le foto… è bello perché era veramente diventato una persona molto conosciuta e molto ammirata.

La targa ad Ezio Bosso in Piazza Statuto a Torino

Credo nell’immortalità degli uomini e degli artisti e pensandola in questi termini ti chiedo: oggi è il giorno del suo compleanno, cosa gli scriverai o dirai oggi a Ezio?

Io col tempo ho perso un po’ la credenza nell’immortalità e penso che Ezio sia ciò che ci ha lasciato, quello che ci ha insegnato e un esempio di uomo che nel momento più drammatico del suo stato di salute ha tirato fuori una genialità, un talento, un coraggio e una tenacia che devono rimarci come insegnamento, come monito. Dal punto di vista artistico è stato eccezionale, il più grande compositore contemporaneo che ha saputo affermarsi in tutto il mondo in ogni genere musicale. Nel giorno del suo compleanno gli dico ‘grazie’, ma non solo a livello personale, gli dico ‘grazie’ per tutto quello che ha saputo insegnare e dare al mondo intero.

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