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Eugenio Finardi: quando a salvargli la vita fu lo smartwatch
Un momento difficile che per fortuna oggi può essere ricordato parlando al passato
Eugenio Finardi salvato da uno smartwatch: così capì che era un infarto
Quando facciamo il nome di Eugenio Finardi stiamo parlando sicuramente di uno dei cantautori più amati della musica italiana: nato a Milano il 16 luglio di 71 anni fa, nel 2021 il polistrumentista aveva passato un oscuro momento segnato da problemi salute incredibilmente “risolti” dal suo smartwatch.
Fu un racconto quasi surreale quello di Finardi, ma la sua esperienza non è poi così tanto singolare. Come qualcuno ricorderà, era il 2021 quando il cantautore aveva raccontato alla stampa in che modo la tecnologia gli avesse del tutto salvato la vita. Avevo così spiegato Finardi come si trovasse quasi a bordo di un aereo che fa Brindisi, nel 2021, avrebbe dovuto condurlo a Milano in vista di alcuni concerti. All’improvviso però, il malore.
La tecnologia che nel 2021 lo ha salvato da un infarto
Stava percorrendo il lungo corridoio che accompagna i passeggeri all’areo quando all’improvviso il musicista ha iniziato a sentirsi male. Impossibile capire sul momento cosa stesse accadendo, ma grazie alla tecnologia è stato possibile. Finardi stava viaggiando infatti con uno smartwatch al polso, lo stesso che prontamente gli ha segnalato che stava per avere un infarto.
“Il cuore ha cominciato a battere forsennatamente, il sudore a colare e la testa a girare – aveva raccontato sui social Finardi – Il mio smartphone segnalava ‘fibrillazione atriale’. Mi hanno portato in affanno al Centro Medico dell’aeroporto e poi in ambulanza in ospedale“.
Quanto all’essenzialità di quella diagnosi in tempo reale, sempre Finardi aveva così dichiarato: “Avrei pensato di essere solo accaldato e in affanno per lo stress dell’aeroporto, sarei salito sull’aereo dove mi sarei sentito male. Atterraggio d’emergenza poi e tutte le conseguenze“. Fortunatamente però, grazie allo smartwatch, non è successo niente di tutto questo. Insomma, un brutto ricordo di cui però si può parlare al passato.