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Donatella Rettore: “Rivendico la possibilità di usare froci* e negr*”, il dibattito a Belve

Donatella Rettore è stata una delle ultime ospiti di Francesca Fagnani a Belve: un’intervista che non si è sottratta a battibecchi

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Francesca Fagnani intervista Donatella Rettore

Torna in onda questa sera Francesca Fagnani con le sue due nuove “belve”, dall’omonimo programma condotto in seconda serata Belve. Questa volta, dopo Ilary Blasi e Ornella Muti per citarne alcune, le protagoniste delle interviste della Fagnani a Belve sono state Donatella Rettore e Paola Barale. Racconti inediti, domande non scontante e ritratti anche scomodi. E sembra far già parlare e discutere l’intervista senza filtro rilasciata dalla cantante di Chimica, citando il suo ultimo successo portato a Sanremo.

Donatella Rettore a Belve: “Per me esistono i gay e le checche”

Donatella Rettore senza filtro, davanti e dietro le telecamere. Come da anticipazioni rivelate da Davide Maggio sembra che non sia stata affatto un’intervista facile per la Fagnani. La giornalista ha dovuto confrontarsi con risposte che sicuramente divideranno il pubblico. Si viaggia sul labile confine del politicamente corretto a Belve e, incalzata dalla Fagnani, così la Rettore ritorna su alcune sue vecchie dichiarazioni [Io piaccio ai gay non piaccio alle checche, mentre Raffaella Carrà e Patty Pravo sono icone delle checche vintage].

La Fagnani le domanda se ad oggi, col senno di poi, queste dichiarazioni non le creino imbarazzo. Contraria però la Rettore: “No, non sono assolutamente imbarazzata, per me esistono i gay e le checche, esistono i gay che sanno di avere le palle, e ci sono gli isterici che parlano e si strappano i capelli, fanno i pettegolezzi e quelli non li voglio nemmeno sulla soglia di casa“.

Rettore, il battibecco a Belve: “Rivendico la possibilità di usare froci* e ne*ro”

Di fronte alla risposta della Rettore fa per dissentire la Fagnani, il cui commento arriva a generare dibattito da cui ne scaturisce un mero battibecco. Ad alimentarlo è la Rettore: “C’è una limitazione alla libertà, si mettono dei filtri a cose che sono state ampiamente superate, ad esempio il fatto che non si possa dire fr*cio e t*oia“.

Si appella al concetto di libertà la Rettore sebbene la Fagnani le faccia notare come non sussista alcuna rivendicazione di libertà in queste espressioni: “Io rivendico la possibilità di usare froci* e ne*ro, non mi sembrano insulti se uno è colorato…dipende dal modo in cui uno lo dice, se tu dici brutto ne*ro è una cosa, se tu dici negretto è un’altra“.

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