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LIFESTYLE

Dark Kitchen: i ristoranti invisibili (ma che incassano centinaia di migliaia di euro)

Il fenomeno delle “cucine segrete” è sempre più diffuso. Ecco come funziona

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Cosa sono le Dark Kitchen?

Che il cibo a domicilio fosse una parte importante della ristorazione era già chiaro prima della pandemia, ma adesso il numero di persone che desidera che il cibo venga consegnato a casa propria è aumentato davvero esponenzialmente.

In questo universo fatto di numerosi ordini da gestire, sono nate le Dark Kitchen (o cucine fantasma). Si tratta di un modello di ristorazione basato su cucine senza ristorante, attrezzate solamente per il delivery e, più raramente, per un servizio take away. La cucina fantasma non solo viene così incontro alle esigenze del cliente, ma anche del ristoratore, che risparmia notevolmente sui costi di gestione.

Diversi modelli di Dark Kitchen, un unico obiettivo: portare il ristorante a casa del cliente

“La grande differenza che c’è con le delivery company che esistono è il contatto diretto con il cliente”, spiegava a giugno scorso Luca Guelfi, proprietario di una Dark Kitchen di Milano. Il suo locale usa per la prenotazione un numero fisso o una chat di WhatsApp. Chi chiama per prenotare il servizio spesso parla direttamente col cameriere, quindi può a tutti gli effetti ordinare come in un ristorante.

Questo è il funzionamento di una Dark Kitchen tradizionale, ma esistono anche quelle multi-brand. Prevedono più menù in un unico locale e punti di ritiro del cibo, invece della consegna a domicilio, con un sistema di ordinazione veloce, tramite app. Entrambi i modelli sono diffusi a Milano, Torino, Bologna, Roma.

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