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Cristina D’Avena alla festa di Fratelli d’Italia: pioggia di critiche sui social

Cristina D’Avena sarà una delle ospiti in occasione della festa dei 10 anni del partito guidato da Giorgia Meloni

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Cristina D’Avena ospite alla festa dei 10 anni di Fratelli d’Italia

Cristina D’Avena in tendenza per un motivo ben preciso: tutti stanno parlando del suo “arruolamento” come cantante che si esibirà a Roma, giovedì 15 dicembre, in occasione dei 10 anni di Fratelli d’Italia. Una scelta al momento sotto la lente dei social tra critiche e difese.

Dieci anni di Fratelli d’Italia: i festeggiamenti a Roma

Sembra esserci una forte simpatia reciproca tra Giorgia Meloni e Cristina D’Avena. Sufficienza al punto che proprio la cantante di “piccini”, in pieno festeggiamento per i suoi 40 anni di carriera, è stata scelta per l’evento dell’anno del partito. Sarà infatti Cristina D’Avena la cantante che si esibirà a Roma giovedì 15 dicembre, in piazza del Popolo. Parliamo del luogo dove verrà allestito un palco per festeggiare i 10 anni di Fratelli d’Italia. Il partito della Meloni ha voluto fortemente le D’Avena che sul palco porterà i suoi più grandi successi.

Piovono critiche sulla presenza di Cristina D’Avena

Ampio spazio dunque alle sigle dei cartoni più celebri accompagnate da canti natalizi. Non mancherà praticamente nulla alla festa del partito che nell’ultimo anno ha completato un’ascesa che portato la leader Giorgia Meloni alla presidenza del Consiglio. La notizia rimbalza ovviamente da una parte all’altra del web poco dopo l’annuncio e arrivano reazioni disparate sui social. Ovviamente c’è chi difende la decisione della D’Avena, in queste ore sotto accusa: “Estremizzare immediatamente il discorso e dare della fascista a Cristina D’Avena è una forma di idiozia.- scrive qualcuno – Additare qualsiasi imbecille, senza riflessioni, è quel genere di cose che ci ha alienato le simpatie di possibili alleati“. Ma c’è anche chi condanna la sua scelta: “Cristina D’Avena che va a cantare alla festa di Fratelli d’Italia è l’ennesima prova della totale incapacità del gay italiano di scegliersi icone dignitose del ruolo“.

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