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Crisi Russia/Ucraina: il mondo social contro disinformazione e fake news

La guerra scuote dalle fondamenta anche il mondo social

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Le manovre dei social in merito alla guerra tra Russia e Ucraina

La guerra in Ucraina prosegue, ma il teatro della battaglia non è soltanto la città di Kiev o la vastità delle campagne ucraine, giocandosi anche in maniera preminente sullo scivoloso terreno dei social network. Per questo, e per evitare la disinformazione e la diffusione a macchia d’olio di fake news sulla rete, Facebook, Instagram, Twitter e i maggior social media del mondo hanno deciso di prendere le misure su questa delicata situazione.

Meta: la decisione di Mark Zuckerberg sulle informazioni riguardanti la guerra

Come riporta un articolo apparso sul The Washington Post, Facebook ha deciso di interrompere l’accesso ai siti di media controllati dal Cremlino in Europa, di fatto arginando la messa in circolo di fake news da parte di Mosca. Meta, l’azienda di Mark Zuckerberg che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp è stata infatti tra le prime a muoversi in tal senso, istituendo un centro operativo speciale che include esperti madrelingua ucraini e russi per poter monitorare i contenuti in maniera più permeante e vagliare al meglio le notizie giunte da partner ucraini e russi. Sempre come si apprende, nella data del 27 febbraio, Meta avrebbe addirittura smantellato ben 40 account e pagine Facebook e Instagram, fittiziamente collegate alle testate giornalistiche di Kiev. Ma non è l’unica mossa di Meta che infatti ha poi proibito la diffusione di post a pagamento da parte degli account dei media di stato russi, bloccando la loro possibilità di acquistare inserzioni pubblicitarie.

La mossa di Twitter nella lotta alle fake news

Sulla scia di quanto fatto da Meta, si è mosso anche Twitter, sospendendo la possibilità di inserzioni pubblicitarie da parte sia della Russia che dell’Ucraina. L’obiettivo è quello di privilegiare la cruciale informazione sulla sicurezza pubblica ed evitare che determinate pubblicità creino distrazione e allontanino dalla verità dei fatti. Twitter ha poi intensificato le operazioni di verifica e di controllo sulle informazioni, oltre che in merito alle attività di manipolazione dei contenuti. 

Google e YouTube: le misure scelte per arginare i contenuti falsificati

Google e Youtube non sono rimasti con le mani in mano, visto che anche Alphabet, la holding che controlla il motore di ricerca Google e la piattaforma video, a partire dallo scorso 26 febbraio, non permetterà a RT, network di stato russo, di poter monetizzare i propri contenuti, ricevendo così soldi dalle inserzioni pubblicitarie sui suoi video o ospitate nel proprio sito. In aggiunta, i video di RT appariranno meno frequentemente nella lista dei suggerimenti di YouTube, agendo così sulla diminuzione della loro diffusione. Infine, su richiesta del governo ucraino, la testata e altri canali russi, sono stati resi inaccessibili nel Paese.

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