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Cosa ha detto l’uomo che ha chiesto il selfie a Maria De Filippi dopo la foto? L’aneddoto
A rivelarlo è Michele Dalai, che si è ritrovato al suo fianco in treno
Non solo ha ottenuto il macabro souvenir, ma non si è nemmeno reso conto della gravità del suo gesto
Se lo sono chiesti in tanti, tantissimi, dopo aver visto la scena: come è venuto in mente a quell’uomo di chiedere un selfie a Maria De Filippi nella camera ardente allestita per Maurizio Costanzo? Le immagini hanno fatto il giro del web, raccogliendo critiche e insulti, ma da quanto emerso nelle ultime ore, tutto ciò non ha minimamente impensierito l’autore del gesto, né gli avrebbe causato il giusto rimorso. Sì perché dopo essere salito agli onori della cronaca per la sua inopportuna richiesta, l’uomo avrebbe preso un treno sul quale era presente anche lo scrittore Michele Dalai, divenuto testimone e poi portavoce dei suoi ragionamenti.
“Ero in treno con lui, ecco cosa ha detto”: le parole di Michele Dalai
“Sono in treno con il tizio che si è fotografato con Maria De Filippi. Lo so perché continua a parlarne al telefono tra un ‘voglio morire’, un ‘non mangio più’ e una risata“, ha scritto Dalai sui propri canali social per fornire ai suoi follower un resoconto di ciò a cui stava assistendo incredulo. “Gli hanno anche proposto di monetizzare il fattaccio. Ha messo una mascherina chirurgica per non farsi riconoscere. In due ore di viaggio ha affrontato mille temi e fatto seimila ipotesi sulle cose mirabolanti che potrebbero accadergli. Per esempio grazie a un suo amico dirigente delle Poste sa che non deve rispondere a domande di Striscia la Notizia né a quelle delle Iene”, ha poi proseguito l’autore televisivo e conduttore.
“Dice che non ha mai avuto tante visualizzazioni”
Accenni a un pentimento? Nessuno. “In tutto ciò nemmeno per un secondo ha detto di aver fatto una stron**ta. Non una volta. Ora però dice che non ha mai avuto tante visualizzazioni. Tante care cose a tutti, scendo dal treno. Scendo”, ha concluso poi Michele Dalai. Insomma, nessuna temporanea perdita di lucidità, ma piuttosto una macabra realizzazione di un piano tragicamente andato a buon fine.