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Attualità

Corta vita a Mario! Il nuovo augurio per un mondo più giusto

Lunga vita a chi?

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Di che morte dobbiamo morire?

La partita decisiva in tema di uguaglianza e pari opportunità si gioca sulla morte. Così come a persone che non godono di autonomia fisica completa si tenta di concedere gli stessi permessi dei normodeambulanti ad arti completi e con i sensi a pieno regime, lo stesso si prova a far valere in tema di suicidio.

Quando Dio non c’è gli umani ballano

Perché in fondo non è giusto dividere il mondo in chi può saltare senza aiuti dal 26esimo piano e chi no. Non è giusto che chi riesce a stare in piedi comodamente per fissare il cappio al soffitto abbia un vantaggio nel liberare il mondo dalla sua presenza rispetto a chi è ad esempio costretto a letto da malattie più rare della figu di Pizzaballa.

E allora dai, dimostriamoci moderni, perché in fondo a morire dobbiamo essere tutti e dato che Dio ha sprecato il suo biglietto per farci visita in tempi in cui questi non erano problemi, sta noi decidere di vita e di morte.

Liberté, égalité, faicomepareatté

Ognuno sia libero di decidere, sia chiaro, esclusivamente per sé stesso. Perché se ci si può legare un masso ai piedi prima di inabissarsi in un lago a causa di stress traumatico da lavoro, famiglia, pessime scelte, dobbiamo fare in modo che sia possibile salutare il pianeta maledetto anche per chi si è rotto le palle di essere paraplegico.

Chi di scelta ferisce, di vita perisce

È giusto? È sbagliato? Che importa, non decideremo mai per gli altri se ci dimostriamo moderni, decideremo solo per noi stessi. Non ci sono problemi se Mario ha deciso per l’eutanasia, nessuno di noi è stato, è o sarà mai Mario. Cazzi suoi. E così deve essere. La questione non riguarda la vita, ma la scelta.

Alla fine è libertà, che già in questa vita ce n’è poca, almeno nella morte diamoci qualche chance.

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