Clerici e Ligabue: fine del “sugo-gate” con simpatia TV

Antonella Clerici e il “sugo-gate” diventano virali su Internet dopo la sua apertura di puntata nel programma televisivo “È sempre mezzogiorno”.

Antonella Clerici ha colto l’occasione per rispondere a Luciano Ligabue riguardo una vecchia polemica risalente al Festival di Sanremo 2010, che lei stessa condusse.

La replica di Antonella Clerici

Dopo la diffusione dell’intervista a “Belve”, dove Antonella Clerici aveva menzionato un episodio legato a un rifiuto da parte di un cantante di partecipare al festival di Sanremo a causa della sua presunta “aria di sugo”, il web si è infiammato. Ligabue, direttamente interessato, ha negato con fermezza di essere il protagonista di quest’aneddoto, sottolineando l’assurdità dell’accusa. Clerici, nel suo programma, ha quindi risposto con leggerezza e cordialità: “Facciamo una cosa, tu vieni con il Lambrusco e io ti metto su un sugo”, evidenziando così la volontà di mettere fine alla questione con simpatia e senza rancori.

La rivelazione a Belve e la replica di Ligabue

La questione era stata originariamente rivelata da Antonella Clerici durante l’intervista a “Belve” condotta da Francesca Fagnani. La presentatrice aveva lasciato intendere, non senza una certa cautela, che Ligabue avrebbe declinato la partecipazione al festival per motivi quanto meno curiosi, legati alla percezione olfattiva. Ligabue, però, ha rapidamente chiarito la sua posizione, spiegando che il suo rifiuto era dovuto alla tensione che Sanremo gli arreca, preferendo contesti musicali in cui si sente più a suo agio. Ha espresso disappunto per non essere stato direttamente coinvolto nella risoluzione di questo malinteso, accettando comunque le scuse di Clerici in segno di distensione.

La vicenda del “sugo-gate”, con il suo curioso intreccio tra cucina e musica, ha offerto un momento di leggerezza nel panorama mediatico italiano, dimostrando come anche le incomprensioni più bizzarre possano trasformarsi in occasioni per scambi di simpatia e momenti di unione, sempre nel rispetto reciproco e con un pizzico di autoironia.