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Ciao Darwin 9: nulla si crea, nulla si distrugge, ma non tutto si trasforma

Ciao Darwin è esattamente quell’imperturbabile tassello che ci riporta ad un confortevole “si stava meglio prima”

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Ciao Darwin 9, o 9 Ciao Darwin: non tutto è destinato a cambiare, ma solo a ripetersi

ITALIANI. Perché solo così può avere inizio qualsiasi articolo, riflessione, analisi di Ciao Darwin 9, dove il 9 lo possiamo omettere, spostare, dividere, moltiplicare, battere a caso ed erroneamente tra una parola e l’altra, Ciao 9 Darwin, 9 Ciao Darwin. Il numero è solo accessorio, è niente più e niente meno di un numero che lo stesso valore ha quando si vogliono salvare più foto identiche sul computer: immagine1; immagine2; immagine3.

Insomma, senza girarci troppo intorno: Ciao Darwin è tornato in tv tale e quale a se stesso, senza tradire minimamente il mito, senza nemmeno mai essere accostato a indiscrezioni su possibile novità del format. Non manca nemmeno la Macchina del Tempo e a vincere è proprio Ciao Darwin stesso, uno dei pochi programmi ai quali viene concesso il lusso semplicemente di esistere, senza mai cambiare.

Il solito disco rotto tra cul*, binocoli e cincischiamenti vari

Scorrendo migliaia di commenti al programma in real time sui social, lo stesso pubblico appare compiaciuto, soddisfatto all’idea che Ciao Darwin non abbia avuto la presunzione di tornare migliorato, diverso o peggiore. È il solito disco rotto, che gracchia esattamente dove ti aspetti, che non sarà in difetto di non cincischi, di binocoli e culi alla rinfusa. Mi sovviene in mente un po’ l’immagine di un Paolo Bonolis “parrucchiere” al quale viene mostrata la foto dal cliente che avanza la richiesta: “Lo vede questo taglio? Lo voglio identico“. Non un caschetto però ma una qualsiasi puntata di Ciao Darwin del passato e l’effetto deja-vu non solo è continuo ma è proprio il punto di forza.

In un momento che doveva essere e che è stato storico per Mediaset, al netto della “cacciata di Barbara d’Urso“, di spostamenti di palazzo e di ronde notturne contro il trash, Paolo Bonolis e Luca Laurenti tornano in tv con il più demenziale dei programmi, vecchio e sfinito, abusato e maleodorante, come se nulla fosse, come se questi 4 anni di stop non fossero mai esistiti e sembra quasi che quei due alla conduzione ci abbiano ricuciti ad un passato che è, spesso e volentieri, più confortante del futuro proprio perché già noto.

Ciao Darwin è esattamente quell’imperturbabile tassello che ci riporta ad un confortevole si stava meglio prima che si inserisce in un presente che è per sua natura sempre più ostico. E così, anche un consumatissimo format che ad altro non può ambire se non colmare un vuoto, finisce per essere più vuoto del vuoto da colmare. E piace, parecchio.

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