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Chiara Ferragni: non la prima né l’ultima ma solo la più rumorosa

Non la prima, non l’ultima ma comunque Chiara Ferragni, quando vuole, sa fare benissimo rumore

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Chiara Ferragni

Chiara Ferragni devolve il cachet di Sanremo in beneficienza

Visto che di Festival di Sanremo si parla, se Chiara Ferragni fosse una canzone sarebbe indiscutibilmente il successo di Diodato, Fai rumore. Un rumore assordante nonostante il livello dell’audio di un comune telefono, assordante al pari di un silenzio del quale purtroppo nessuno le chiederà conto. E non stiamo parlando di una semplice storia Instagram, non stiamo parlando solamente della decisione di devolvere il suo cachet ma parliamo dell’impossibilità di giocare ad armi pari contro un’imprenditrice che non comunica ma detta.

Beneficienza sì, ma anche autocelebrazione di sé

Sulla sua capacità di fare rumore Chiara Ferragni ha costruito un impero. Non le si può rimproverare nulla, le si può dare solamente merito. Chiara Ferragni è e non può non essere senza le condivisioni, senza i commenti, senza la mediaticità che le è ormai dote intrinseca. Chiara sa far parlare, Chiara sa far indossare, Chiara sa far diventare “di moda, Chiara può decidere, con una storia, di cosa si parlerà oggi in aula, al bar, in autobus, a casa. In un distopico mondo senza corrente elettrica per caricare un telefono, Chiara Ferragni smetterebbe di essere. Niente di nuovo sotto al sole, cose che già si sanno. Attenzione però quando al rumore si accompagna l’autocelebrazione di sé perché poi, quando arriva il silenzio, è chiaro sia sintomo di una falla del sistema.

Le criticità sollevate da Selvaggia Lucarelli

Dice bene la Lucarelli quando ancora oggi, di fronte alla notizia della donazione della Ferragni del suo intero cachet percepito a Sanremo contro la violenza sulle donne, rinfaccia all’imprenditrice il vergognoso silenzio sulla questione del pandoro. Non è un’ossessione quella della Lucarelli e bisogna fare i conti con la realtà sostanziale dei fatti. Che piaccia o non piaccia, è sempre e solo Selvaggia Lucarelli a mettere in dubbio l’anima candida della Ferragni perché nessun altro ha il coraggio di farlo. E a spaventare è proprio il rumore, è il timore di una shitstorm, il terrore di finire del mirino di una persona che sui social sa far rumore come nessun altro. Nel bene e nel male.

Nessuno ha voglia di fare le pulci a Chiara Ferragni perché le basta una storia Instagram di 30 secondi per distruggere una reputazione, per far naufragare una carriera e questo è proprio il suo potenziale, la merce di scambio. Io do a Chiara quello che Chiara potrà dire bene di me. Io mi tengo lontano dal criticare Chiara perché se per sbaglio parla male di me sarà come il giorno dopo la fine di una guerra, quando le sirene antiaerei smettono di echeggiare per la città ed è possibile solamente contare i morti, i feriti e i sopravvissuti.

Chiara Ferragni devolve il cachet, ma non è la prima e non sarà l’unica

È il rumore che spaventa e affascina della Ferragni. Il rumore della sua buona azione che si accompagna al silenzio quando meno le conviene perché è l’unica capace di dettare le regole di questo nuovo gioco. Un gioco a cui tutti giochiamo ormai perché nessuno di noi è più “qualcuno” se non è qualcuno anche sui social. Ma cara Chiara, anche se fai più rumore di tutti, non sei la prima né sarai fortunatamente l’ultima capace di bellissime azioni.

Lo stesso prima di lei ha fatto Tiziano Ferro con i suoi 250mila euro, lo stesso ha fatto Georgina Rodriguez devolvendo il cachet al Regina Margherita. Lo stesso ha fatto Rula Jebreal con parte del suo compenso, un cachet non da centinaia di migliaia di euro ma 25mila, non poco per chi vive di giornalismo. In beneficienza andò anche il cachet di Ibrahimovic nel 2021. La stessa Maria De Filippi, che il rumore lo detesta, non disse nulla ma non di soldi non ne volle andando a Sanremo direttamente a titolo gratuito. Anche Benigni e Celentano, di fronte a cachet stellari, scelsero la beneficienza. Soprattutto in questi ultimi due casi si parlò di “scelta costretta” a fronte dell’incapacità di giustificare un’entrata tale, quasi uno schiaffo morale.

Ora qualcuno potrebbe muovere la stessa accusa a Chiara, indagando sugli zeri del compenso dal momento che sarà co-conduttrice per bene due serate. Se la beneficienza, a quei livelli, sia forzata perché diversamente sarebbe troppo forte l’eco della polemica, nessuno però lo saprà mai. Questo perché spaventa il rumore della risposta di Chiara.

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