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Donne che hanno lottato, chi era Lidia Poet
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Chi era Lidia Poët (1855–1949), una figura pionieristica nella lotta per i diritti delle donne in Italia, ricordata come la prima donna iscritta all’Albo degli Avvocati. Il suo percorso, segnato da successi e battute d’arresto, riflette l’impegno per l’uguaglianza di genere in un periodo storico fortemente dominato da pregiudizi.
Chi era Lidia Poet, la formazione e l’iscrizione all’Albo
Nata in una famiglia valdese benestante in Piemonte, Lidia Poët ottenne una solida formazione culturale:
- Studiò in Svizzera, conseguendo qualifiche in inglese, francese e tedesco.
- Laureatasi in Giurisprudenza presso l’Università di Torino, presentò una tesi sul diritto di voto alle donne, dimostrando fin da subito il suo interesse per i diritti civili e il progresso sociale.
Dopo un brillante praticantato presso l’avvocato e senatore Cesare Bertea e superato l’esame di abilitazione, Lidia si iscrisse all’Albo degli Avvocati di Torino il 9 agosto 1883, diventando ufficialmente la prima avvocata italiana.
Chi era Lidia Poet, ricordata come la prima donna iscritta all’Albo degli Avvocati.
La radiazione dall’Albo
La sua iscrizione, tuttavia, scatenò una reazione negativa:
- Il Procuratore Generale del Regno fece ricorso, portando il caso alla Corte d’Appello di Torino.
- L’11 novembre 1883, la Corte decise la cancellazione di Lidia dall’Albo, motivando che l’avvocatura fosse un mestiere esclusivamente maschile. Secondo la sentenza, una donna avvocata era considerata contraria alle “leggi naturali” e al “ruolo sociale” femminile.
Questa decisione non solo rappresentò una sconfitta personale, ma espose il sessismo istituzionale del tempo.
La resilienza di Lidia Poët
Nonostante la radiazione, Lidia non si arrese:
- Continuò a lavorare nello studio legale del fratello, Giovanni Enrico Poët, sostenendo cause civili e difendendo i diritti di donne, minori ed emarginati.
- Si dedicò attivamente alla causa del suffragio universale e alla promozione dei diritti delle donne, diventando una voce autorevole per l’emancipazione femminile.
La riabilitazione
La vera svolta arrivò solo nel 1919, con la promulgazione della Legge Sacchi (n. 1176), che permise alle donne di accedere a professioni legali e pubblici uffici. Lidia fu finalmente reintegrata nell’Albo degli Avvocati di Torino nel 1920, a 65 anni, simbolo della perseveranza e della lotta contro le discriminazioni.
Donne che hanno lottato, chi era Lidia Poet
Lidia Poët morì nel 1949, all’età di 94 anni, senza essersi mai sposata, dedicando la sua vita interamente ai suoi ideali. È ricordata come:
- Un’antesignana dell’emancipazione femminile.
- Una figura simbolica per la giustizia e l’uguaglianza di genere.
La sua storia ha ispirato libri, documentari e progetti culturali, consolidando il suo posto nella storia italiana come pioniera dei diritti civili. Di recente, la sua figura è stata riportata all’attenzione del grande pubblico attraverso una serie televisiva, che celebra la sua vita e le sue battaglie.