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MUSICA

“Caro Mozart…”: il tormento umano di un grande autore al primo posto in classifica

Dalla Sinfonia n.40 all’Allegro assai, passando per Sylvie Vartan

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Ritratto di Mozart

Tra l’estate e l’autunno del 1971, le radio, i giradischi e i juke-boxes diffondono in tutto il mondo delle note che forse qualcuno ritiene già a lui familiari, ma che mai si sarebbe aspettato di ascoltare vestite di un arrangiamento moderno, decisamente fuori dagli schemi di poco meno di due secoli prima, quando esse vennero scritte.

Sylvie Vartan canta Caro Mozart

Per merito di un musicista argentino stabilitosi in Spagna, Waldo de Los Rios, le aggraziate note dell’Allegro molto, primo movimento della Sinfonia n. 40 di Wolfgang Amadeus Mozart, sono riproposte ad uso e consumo del pubblico della musica leggera e pop (come allora si dice), per invogliarlo così ad avvicinarsi alla composizione originale e alle altre opere principali non solo di Mozart, ma anche degli altri principali autori del repertorio classico. Qualcuno in Italia addirittura adatta un testo cantabile (“Sulle ali di un grande vascello sto volando lontano con te sopra un mare d’azzurro cristallo, dove il tempo per sempre non c’è…”), lo intitola Caro Mozart e lo fa interpretare dalla cantante franco-bulgara Sylvie Vartan.

Sorge un inevitabile dibattito: chi è ben felice che ci si serva dei canali moderni di diffusione per spingere i giovani e gli ascoltatori “medi” ad allargare le loro conoscenze e chi, come un direttore d’orchestra italiano, sostiene che gli arrangiatori in chiave moderna dei brani classici si pongano sullo stesso livello di quanti osano sfregiare un’opera d’arte. Alla fine vince nettamente “il partito divulgativo” .

La crisi di Wolfgang e la Sinfonia n.40

Statua di Mozart

Quando compone la Sinfonia n. 40 in sol minore, nel 1788, Wolfgang Amadeus Mozart ha poco più di trent’anni e sta attraversando un momento personale assai difficile. Il genio di Salisburgo che già a sei anni conosceva la musica e dava prova di questo suo essere precoce andando in giro per le principali Corti Imperiali d’Europa è adesso un uomo in crisi, non solo per sopraggiunte difficoltà finanziarie, ma anche perché a Vienna non lo vogliono quasi più. Non gli rimane che provare a farsi nuovamente avanti nell’ambiente culturale austriaco, scrivendo tre nuove sinfonie (che saranno anche le sue ultime): la 39 in Mi Bemolle maggiore, la 40 in sol minore e la 41 in Do maggiore, detta anche “Giove”.

Di queste è proprio la 40 (che dopo la morte di Mozart sarà classificata dal musicologo Ludwig Von Koechel con il numero d’ordine 550, preceduto come di consueto dalla lettera K, iniziale del cognome dello stesso curatore del catalogo mozartiano) la più drammatica e triste. Proprio quel primo movimento, Allegro molto, che sembra essere apparentemente tenero e sereno nell’immediata esposizione del tema da parte dei violini, esprime invece l’atmosfera buia e tragica che circonda Mozart in quel periodo. Man mano che quel “tempo” iniziale va avanti, la musica mette a nudo il tormento e la passione di un uomo che sente avvicinarsi sia lo spettro del fallimento che soprattutto l’insidia della prematura fine della propria esistenza.

Dall’Allegro molto all’Allegro assai

All’Allegro molto segue un Andante definito dal critico Giacomo Manzoni “brano di grande e toccante nobiltà espressiva”; poi, sempre secondo lo schema tipico della sinfonia d’epoca neoclassico pre-romantica, un Minuetto distensivo e orecchiabile (noto anche agli ascoltatori di RadioRAI negli anni ’60-’70 in quanto utilizzato quale sigla del programma radiofonico d’istruzione culturale generale Classe Unica) e per finire un inquieto e teso Allegro assai.

Wolfgang  Amadeus Mozart morirà in miseria il 5 dicembre del 1791 e verrà sepolto in una fossa comune. La sua musica, invece, vivrà in eterno e sarà sempre amata in ogni angolo del pianeta, ogni tanto leggermente “modernizzata”,ma solo per raccogliere nuovi ascoltatori che la apprezzeranno e la esalteranno. Proprio come accadrà 180 anni dopo, nel 1971.

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