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Canto lirico italiano: candidato a patrimonio immateriale dell’Unesco

Anche gli ucraini hanno scelto la lirica per esprimere la loro volontà di pace

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Il canto lirico italiano come patrimonio immateriale dell’Unesco

L’Italia porta con onore ogni monumento e ogni tradizione facente parte del patrimonio Unesco e ogni giorno si impegna per fare in modo che venga riconosciuta l’unicità di tante altre gemme preziose che il nostro Paese custodisce. Ed è così che, insieme alla dieta mediterranea, all’Opera dei Pupi siciliani e alla cavatura del tartufo (ma non solo), anche il canto lirico italiano vuole entrare a far parte del patrimonio immateriale dell’Unesco.

La proposta del Ministro della Cultura

La proposta di candidatura è arrivata dal Ministro della Cultura Dario Franceschini e non è slegata dalla situazione politica attuale, al contrario: una delle ragioni che fa da sfondo a questa iniziativa è il riconoscimento dell’importanza della musica lirica, anche in tragedie come quella che l’Ucraina sta vivendo al giorno d’oggi. Dario Franceschini spiega la questione più nel dettaglio: “Questa candidatura giunge nel momento in cui sono ancora nitide nei nostri occhi le immagini del coro dell’Opera di Odessa che intona il “Va, pensiero” del Nabucco di Giuseppe Verdi in strada, sotto la bandiera ucraina. Una riprova di quanto l’espressione del canto lirico italiano sia autenticamente parte integrante del patrimonio culturale dell’umanità, che ad esso si rivolge nei momenti più bui per ritrovare luce, forza e bellezza“.

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