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Briatore contro il Corriere dopo l’articolo sul Twiga: “Body shaming”

La lunga lettera di Briatore contro l’editoriale del giornalista del Corriere della Sera

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Flavio Briatore, la lunga lettera in risposta ad un articolo del Corriere sul Twiga di Forte dei Marmi

Battibecco pubblico tra Flavio Briatore e Fabio Roncone, giornalista del Corriere della Sera che il 15 agosto scorso aveva parlato, in maniera sarcastica e non solo, del suo Twiga a Forte dei Marmi: l’imprenditore denuncia il body shaming del giornalista nei confronti di alcuni clienti dello stabilimento di lusso ma la replica è ancora più sibillina.

L’intento di Fabio Roncone non era diverso da quello che è poi riuscito a centrare: dare un’immagine sicuramente tagliente e sarcastica di quello che il Twiga è di quello che il Twiga di Briatore riuscirebbe a guadagnare pur essendo ciò che è. “Un Ferragosto al Twiga, tra Ferrari, giraffe e tende reali. Ma er tonno a 42 euro?”, questo il titolo dell’articolo. Un lungo editoriale dove si descriveva minuziosamente cosa significa passare un’intera giornata al Twiga di Briatore, e non una a caso ma Ferragosto. Dai ricavi veri o presunti alla descrizione minuziosa delle persone che abitano il Twiga, la caricatura dei clienti abituali.

“La madre ha un viso da 40enne montato su un corpo da 70enne”

A leggere l’articolo però dall’altra parte c’è proprio Briatore che, leggendo le descrizioni, scrive al Corriere della Sera accusando la testata e il giornalista di body shaming nei confronti dei suoi clienti. “Trovo fuori luogo e incivile che il Corriere abbia fatto body shaming verso i clienti del nostro stabilimento, al fine di colorire il proprio articolo“, così l’imprenditore. Poi alcuni estratti dell’articolo: “‘La madre ha un viso da quarantenne montato su un corpo da settantenne’; ‘Sergio detto Sergione per la pinguetudine incipiente‘; ‘la signora anziana della tenda accanto si stende chiedendo però che non le venga sfiorato il viso tirato da una ragnatela di fili sottocutanei’; ‘un tipo con la pancia gelatinosa legge la Guida Michelin’“. Poi, la conclusione: “Infierire sui clienti di una spiaggia per il loro aspetto fisico non è giornalismo“.

La replica di Fabio Roncone: “Bagni sporchi e con le serrature sfondate”

Da parte del Corriere però arriva la replica a firma proprio di Roncone: “Gentile Briatore, lasci stare il body shaming, è un tema importante che introduce senza alcun motivo: perché le eventuali vittime – qui non ci sono – devono essere identificate con nome e cognome. – scrive il giornalista – Piuttosto, parlando seriamente: ci è costato un botto di soldi, però al Twiga ho trascorso assolutamente ore strepitose tra giraffe, Ferrari e parvenu. Peccato solo per qualche disservizio, ad esempio i bagni: sporchi e con le serrature sfondate. Ma se è ancora a Montecarlo e non ha avuto modo di verificare, le invio volentieri tutte le foto“.

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