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Bonus 200 euro di luglio, facile a dirsi: il rebus estivo all’italiana è servito
Criteri di assegnazione e distorsioni: come funziona il bonus in arrivo per i lavoratori dipendenti
Come funziona il bonus di 200 euro in busta paga? E a chi spetta?
In linea teorica è molto semplice: i lavoratori dipendenti riceveranno nella busta paga del mese di luglio un bonus pari a 200 euro che si sommerà alla cifra netta del cedolino. Nessun gravamento di contributi e imposte. Un provvedimento che darà respiro ai portafogli di numerosi italiani, ma non mancano alcune zone d’ombra nel percorso di assegnazione che meritano di essere spiegate.
I criteri di assegnazione del bonus di luglio
Non si tratta di una misura universale: il bonus non sarà erogato alla totalità di lavoratori dipendenti sul territorio nazionale, ma ad un’ampia fetta delimitata da alcuni criteri. Ed è proprio scegliendo tali elementi che stabiliscono chi godrà del bonus e chi no, che il legislatore ha creato le basi per alcune evidenti distorsioni.
A fruire del bonus saranno tutti i lavoratori dipendenti che nel corso dei primi 4 mesi del 2022 (periodo gennaio-aprile) hanno beneficiato della riduzione contributiva dello 0,80% prevista dalla legge di Bilancio 2022. Il parametro di riferimento non è dunque il reddito o la retribuzione lorda.
Le possibili distorsioni dell’erogazione
L’esonero dello 0,80% spetta se la retribuzione imponibile previdenziale nel mese non supera i 2692€, pertanto potrebbe veder accreditato il bonus a dipendenti con retribuzione mensile lorda anche pari a 4mila euro che abbiano avuto ad esempio indennizzi di malattia Inps. Allo stesso modo, a causa dei criteri scelti, un lavoratore operante in un settore per cui non fosse prevista malattia a carico Inps (ricevuta ad esempio dal datore di lavoro) non vedrà accreditati i 200 euro di bonus.
Bonus 200 euro di luglio: chi non lo riceverà
Tagliati fuori dal bonus restano inoltre gli insegnanti non di ruolo con contratto a termine 30 giugno 2022 e i riceventi del bonus ad altro titolo (come pensionati o membri di nucleo familiare ricevente reddito di cittadinanza). La conversione del decreto in legge potrebbe però vedere apportate modifiche per limare tali discrepanze.