MUSICA
Biagio Antonacci: “Stiamo procedendo verso l’estinzione”
“Ci stiamo abituando alle catastrofi”
Il cantante ha parlato di guerra, clima e libertà: le parole di Biagio Antonacci
È un Biagio Antonacci riflessivo e profondo, quello che si è espresso su clima, guerre e libertà nel corso di Programma, il formati di FQMagazine. Il cantante ha analizzato il difficile momento che sta attraversando l’umanità e spiegato dove risiedono secondo lui le principali insidie.
“Siamo imprigionati dai pregiudizi”
“Io a volte veramente quando vedo dei talk show, dei dibattiti, vedo gente rimasta ai tempi indietro, anzi non è neanche nata. Si sono auto-mangiati dall’ignoranza che hanno – ha spiegato Biagio Antonacci – la libertà dell’uomo oggi è considerata come il più grande dono, ma noi siamo lontanissimi dalla libertà perché siamo ancora imprigionati dai pregiudizi perché pensiamo ancora che tutto quello che facciamo noi sia quello che devono fare gli altri. Stronzata enorme. Siamo inimitabili noi, siamo pezzi unici”.
Biagio Antonacci: “C’è un popolo che muore di freddo e non ne parliamo”
Il cantante ha poi approfondito il conflitto che sta mettendo in ginocchio l’Ucraina e lo stato disastroso in cui versa il pianeta: “Le guerre, il clima, sono una provocazione della natura e della vita. L’uomo è un essere che è in una fase di estinzione naturale, sta procedendo verso l’estinzione e lo dimostra il fatto che c’è ancora chi vuole bombardare le città e uccidere il proprio simile. E purtroppo ci stiamo abituando alla guerra. C’è un popolo che sta morendo di freddo, ma tutte le sere noi poi dopo un po’ che ne parliamo non ne parliamo più”.
La storia del nonno e il paragone con la guerra in Ucraina
Infine, Biagio Antonacci ha fatto un paragone chiamando in causa la storia del nonno: “Era un bersagliere, italiano, che andò ne fronte russo nel ’42. Da questo fronte russo, a parte che son partiti a piedi con le scarpe di cartone, portò a casa a mia nonna un’icona. Mio nonno quando tornò disse ‘perché siamo andati ad ammazzare questa gente, era tutta brava gente’. Era gente che non voleva la guerra, come oggi non la vogliono neanche i russi e gli ucraini ma oggi c’è troppa ignoranza“.