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MUSICA

Biagio Antonacci: padre per la terza volta, scrive una lettera al figlio

Ecco il testo dell’emozionante lettera:

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Biagio Antonacci, una dichiarazione d’amore al figlio

Biagio Antonacci è recentemente diventato padre, per la terza volta. Il nuovo arrivato si chiama Carlo, è nato il 21 dicembre 2021 dall’unione con la compagna Paola Cardinale. Ospite di un’intervista rilasciata a Vanity Fair, Biagio Antonacci posa per alcune foto dalla dolcezza sconfinata che vedono padre e figlio insieme, a dimostrazione dell’affetto sconfinato che già li lega. Ad accompagnare l’intervista e le foto, il cantante scrive una lettera al figlio a dir poco emozionante.

La lettera di papà Biagio per il figlio Carlo: un inno alla vita

L’intervista si può leggere sulla rivista cartacea. Ecco invece il testo della lettera.

Mio desiderato amore,

è inverno e questa sembra una notte qualunque, poca luna, stelle a ciuffi, alberi ancora nudi. Invece è una notte di guerra. 

In questo tempo ferito, pieno di graffi e spigoli che non siamo riusciti a curare, pensare al tuo futuro sembra quasi impossibile, ma non posso fare altro perché il futuro sei tu. Oggi per la prima volta mi hai sorriso, un sorriso vero, con cui hai fatto sembrare questa Terra una volta ancora pura, un luogo di possibilità.

Quando sei venuto al mondo, sei apparso come una divinità antica – faccia bianca, occhi aperti – rendendo sacra tua madre e me nuovamente padre.

Sei all’inizio… fragile come una bolla di sapone nel vento. Ma crescerai, fin troppo in fretta – la stessa con cui io, stanotte, guardo avanti e sogno per te. 

Sogno che, da grande, imparerai a prenderti cura di te, delle persone che amerai, dei figli che vorrai avere.

Che potrai lavorare senza guardare mai l’orologio… E non preoccuparti mai del tempo. L’importante è non perderlo, questo cazzo di tempo: sfruttalo, usalo, mangialo, non illuderti mai che sia infinito. Non lo è. Regalati senza riserve: ogni oggi è vita.

Scrivi, e porta brividi a chi non ne ha… 

Cuci le ferite di chi ti chiede ago e filo…

Provoca tentazioni, desidera e, se puoi, ama… senza limiti.

Abbandona l’ordine malato del senso di colpa – che sia maledetto, lui sa di cosa parlo.

E se vieni tradito impara il perdono, ma poi dimentica, lascia andare, che di pesi ne porterai già abbastanza.

Non aspettarti nulla dagli altri. Vivili, sogna con loro.

E ridi, amore, ridi, che ridere è permesso. Ridi e ti alzerai in cielo, diventerai falco, e non sarai mai prigioniero di nessuno.

Quando sarai nel buio, ricorda che l’unica luce possibile è in te. Non mendicarla mai, la luce: tienila accesa tu. E smaltisci la paura: falla correre, sfiniscila… se la stanchi la paura smette di insistere, perde potere.

Permettiti la verità, sempre… e un giorno arriverà la libertà. Spacca la croce, tieniti il legno e accendi un fuoco: ti farà caldo nei giorni di freddo.

Ogni volta che qualcosa ti sembrerà impossibile allunga la mano: sarò al tuo fianco, ti darò coraggio, ti ricorderò chi sei.

Il giorno in cui non ci sarò, non sentirti abbandonato. Cercami. Non nel gelo immobile dei cimiteri, nelle cappelle chiuse a chiave. Sarò nello sguardo dei tuoi fratelli, nella dolcezza di tua sorella. Sarò nella terra viva, nell’erba e nei campi, dove ho cantato e ballato a piedi nudi con la mamma. Dove ci siamo amati.  

Vai a prenderti la vita, dalle la forma che vuoi, segui l’istinto e diventa te stesso: nient’altro che questo ti auguro, amore mio.

a Carlo, papà

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