Moda
Bella Hadid: naso rifatto a 14 anni, ma ora se ne pente
Strato dopo strato rivela la sua essenza più profonda (che va ben oltre il naso)
Bella Hadid e le confessioni sui problemi di ansia e depressione
Bella Hadid è stata lungamente intervistata da Vogue, che le ha dedicato anche la copertina di questo numero. La modella per metà olandese e per metà palestiniana ha sviscerato nei dettagli i problemi di salute mentale contro cui combatte da anni, distruggendo alla base il mito che i soldi significhino felicità. A dimostrazione di questo, porta l’esempio di una sua giornata tipo: svegliarsi la mattina in lacrime sentendosi sola e isterica, poi rimettersi in sesto per andare a lavorare aspettando l’ora di pranzo per mettersi in un angolino e piangere di nuovo; attendere poi la fine della giornata per tornare all’hotel di turno e piangere di nuovo, da sola.
Bella Hadid e la chirurgia estetica, con tanto di ammissione di pentimento
Ma i problemi di salute mentale che la affliggono sono il risultato di una vita costantemente posta al centro dei riflettori, dai quali è impossibile trovare uno spazio d’ombra per nascondersi. Così, ogni aspetto della sua persona è analizzato nei minimi dettagli, come ad esempio il volto. La modella dice di essersi sottoposta al primo (e ultimo) intervento di chirurgia estetica al naso quando aveva solo 14 anni, ma ammette anche di essersi profondamente pentita di questa decisione. Ora, a distanza di 11 anni (Bella oggi ne ha solamente 25), si rende conto che avrebbe preferito “tenere il naso dei propri antenati“.
Rifarsi il naso non significa essere completamente rifatta (e anche fosse?)
Bella Hadid, dopo l’ammissione sull’intervento al naso, ci tiene a sfatare le voci che sostengono che sia tutta rifatta. La sua è una bellezza autentica, naturale (tolto il naso, okay). È stata lungamente accusata di aver fatto filling al viso, ma lei smentisce categoricamente.
Insomma, questa è la pressione costante di un mondo al quale è difficile sfuggire. Bella ha raccontato di aver trovato la sua salvezza nelle filosofie olistiche, che ha portato avanti in parallelo con un percorso di terapia (da lei definito come “il regalo più grande che si sia mai fatta“) e con psicofarmaci. Arrivare a richiedere aiuto psicologico non è stato semplice: inondata sui social di messaggi che le dicevano quanto fosse fortunata a vivere una vita del genere le facevano sentire di non avere il diritto di lamentarsi, e conseguentemente di non essere autorizzata a cercare un appoggio. Uscire da questo circolo vizioso è stato – letteralmente – ciò che le ha salvato la vita.