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Bacio Perugina: i 100 anni del cioccolatino più regalato a San Valentino

Il celebre cioccolatino protagonista di San Valentino compie un secolo

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La fortuna del Bacio Perugina: da scarto di lavorazione a successo commerciale

Nel 1922, quando Luisa Spagnoli, all’anagrafe Sargentini, ha l’idea del Bacio, l’azienda dolciaria Perugina è già attiva dal 1907. L’aveva aperta insieme a Francesco Buitoni, Leone Ascoli e al marito Annibale Spagnoli. Entrambi erano di famiglia povera, si conobbero alla fine del 1800 ed ebbero tre figli. Ma l’apertura della Perugina e il contatto sempre più stretto con la famiglia Buitoni segnerà la fine della loro storia d’amore.

Nel 1922 Luisa si accorge che gli scarti di lavorazione erano troppi. Tutta quella granella e quel cioccolato in avanzo potevano essere recuperati e usati per produrre cioccolatini di gran pregio. I Baci erano inizialmente avanzi di lavorazione, dunque, riuniti nella forma di un pugno chiuso. Grazie a questa forma, il nome pensato da Luisa Spagnoli per il nuovo prodotto fu “Cazzotto”. Ma l’imprenditore Giovanni Buitoni, che diventerà poi suo compagno, pur essendo 14 anni più giovane di lei, nutriva dei dubbi a riguardo: come poteva un cliente entrare in negozio e chiedere un cazzotto? Così tutti i soci si accordarono sul nome “bacio”, poco prima che Annibale Spagnoli lasciasse moglie e azienda. L’idea della confezione iconica venne all’art director Federico Seneca. Il primo bigliettino recitava: “Meglio un bacio oggi che una gallina domani“.

Luisa Spagnoli: l’imprenditrice dalle umili origini che fece la storia del dolce e della moda

Luisa Sargentini era la terza figlia di Maria Loconte, casalinga, e Pasquale, pescivendolo, nata il 30 ottobre 1877 al piano terra di un appartamento in Via della Berta, a Perugia. Quasi tutte le fonti, concordano nel dire che il padre morì quando lei aveva appena due mesi, mentre la madre dovette arrabattarsi con piccoli lavori, spesso di sartoria per le future spose o la fabbricazione di cappelli per signore. Il 7 settembre 1885 nacque, poi, la sorellastra di Luisa, Gemma, alla quale venne dato il cognome della madre, perché il padre era ignoto. Tutta questa situazione di povertà obbligò Luisa a lasciare gli studi a 13 anni e contribuire alle attività della famiglia, anche come sarta.

Nel 1901, insieme al marito Annibale Spagnoli, rilevò un negozio di drogheria in via Alessi, dove si producevano confetture. Fu quello il nucleo originario della Società Perugina. L’idea per il marchio di moda “Luisa Spagnoli” venne molto più tardi, nel 1928. Il figlio Mario, dopo la morte della madre avvenuta nel 1935, ne proseguirà l’opera, trasformando l’attività da impresa artigianale ad industriale.

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