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Antonio Scurati, il monologo del 25 Aprile è stato cancellato

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Il monologo di Antonio Scurati previsto per la trasmissione “Che sarà…” su Raitre, è stato annullato dalla Rai in circostanze misteriose

Antonio Scurati: classe 1969, ha conseguito un ampio successo nella letteratura italiana contemporanea, culminato con la vittoria del Premio Strega per il suo romanzo “M. Il figlio del secolo”, centrato sulla figura di Mussolini. Questo testo ha dominato le classifiche di vendita nazionali per due anni.

La famiglia di Antonio Scurati

Le sue radici familiari, con una madre napoletana e un padre di Cusano Milanino, hanno plasmato il suo percorso, che lo ha portato ad affermarsi non solo in Italia ma anche a livello internazionale. Scurati ha sviluppato la sua carriera accademica all’École des hautes études en sciences sociales a Parigi e all’Università degli Studi di Bergamo, dove oggi è professore a contratto e coordina il Centro Studi sui Linguaggi della Guerra e della Violenza.

La decisione della Rai di annullare il monologo di Scurati dedicato al 25 aprile ha sollevato non pochi interrogativi e una polemica che si è rapidamente diffusa sui media. La conduttrice Serena Bortone ha espresso il suo disappunto su Instagram, rivelando di non aver ricevuto spiegazioni plausibili riguardo alla cancellazione dell’intervento dello scrittore. L’opposizione politica italiana ha addirittura evocato la possibilità di una censura, criticando aspramente la decisione.

Nessuna Censura Secondo il Direttore Approfondimento Rai

Paolo Corsini, Direttore Approfondimento Rai, ha risposto alle accuse ribadendo che non vi è stata alcuna censura nei confronti di Scurati. La partecipazione dello scrittore alla trasmissione non è mai stata messa in discussione, attribuendo l’annullamento del contratto a ragioni editoriali. Tale spiegazione, tuttavia, non ha completamente placato le voci critiche, lasciando aperte varie interpretazioni e quesiti sulla libertà di espressione e sui criteri editoriali dell’emittente pubblica.

La vicenda, seguita con interesse dal pubblico attento agli sviluppi del panorama letterario e televisivo italiano, rimane un esempio emblematico delle tensioni che possono sorgere nella programmazione di contenuti culturali di rilevanza storica e politica. La comunità letteraria e accademica, insieme agli spettatori, attende ulteriori sviluppi e spiegazioni che possano fare luce su questa inaspettata decisione.

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