Acqua frizzante cercasi: come mai sta diventando merce rara

La CO2 è sempre più rara e costosa: le aziende non riescono a rifornire i supermercati di acqua frizzante

L’acqua frizzante scarseggia. Gli scaffali dei supermercati si stanno lentamente vuotando del prodotto, a causa di alcuni problemi che rendono più difficile e costosa la sua produzione. A spiegare nel dettaglio cosa sta avvenendo e a certificare numericamente la percezione dei consumatori, è stato Alberto Bertone, presidente di Sant’Anna, a Repubblica.

Il costo di una cisterna di CO2 è aumentato di 7 volte

A rendere improvvisamente complicata la fornitura è stato l’aumento del costo della CO2, composto fondamentale per produrre acqua gassata. Si tratta di soldi. Il prezzo è aumentato esponenzialmente, mettendo in crisi le strategie delle aziende produttrici: “Una cisterna che costava 3 mila euro siamo arrivati a pagarla 21 mila”.

Sant’Anna ferma la produzione

L’anidride carbonica costa oggi 7 volte di più, ma il suo prezzo non è l’unico motivo che spiega le difficoltà del periodo: “Neanche a quelle condizioni si trova anidride carbonica o se ne trova pochissima”. Poca, costosa e difficile da ricevere. Allora cosa fare? Bertone ha optato per uno stop: “Piuttosto della continua incertezza, abbiamo preferito mettere in chiaro che, fino a quando non ci sarà un mercato stabile, le nostre consegne continueranno a essere interrotte”.

La minaccia più grave: se finisce l’azoto addio acqua sicura

Non vi sono certezze sul momento in cui si potrà tornare a garantire la fornitura ai punti vendita, solo una speranza: che vi siano miglioramenti per il mese di settembre. Esiste però un’ulteriore e più grave minaccia. Gli aumenti del costo dell’energia potrebbero inficiare sulla produzione di azoto, fondamentale per garantire che nell’acqua non si sviluppino microrganismi e renderla sicura. Eventuali cali di produzione metterebbero in difficoltà il mercato nel suo complesso, sia per le acqua naturali che frizzanti.