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Clemente Mimun compie 70 anni: “In Rai? Prepotenze. Dopo l’ictus mi salvò Berlusconi”

Le confessioni del direttore del TG5 in occasione dei suoi 70 anni

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Le confessioni di Clemente Mimun nel giorno dei suoi 70 anni: dall’esperienza da “panda” in Rai, al ruolo di Berlusconi

Una lunga confessione tra carriera e vita privata quella resa da Clemente Mimun, giornalista e direttore del TG5: dall’ictus che lo ha colpito nel 2011, dopo il quale salvifico fu l’intervento di Silvio Berlusconi, alla passata esperienza in Rai dove accaddero cose “che voi umani non potete immaginare“.

Si racconta felicemente a 70 anni compiuti Clemente Mimun al Corriere della Sera e ce ne sono di cose da dire. Veniamo subito alle dichiarazioni che il direttore del TG5 ha rilasciato in merito alla Rai, azienda che ben conosce e per la quale ha lavorato in passato. Un’azienda all’interno della quale si è sentito isolato per lungo tempo proprio per questioni puramente politiche. “Sono stato a lungo il panda non di centrosinistra, una specie di foglia di fico nelle nomine – così Mimun – Ho visto cose, come diceva in Blade Runner, che voi umani non potete nemmeno immaginare“.

La “stucchevole” logica Rai e l’intervento di Silvio Berlusconi dopo l’ictus nel 2011

Non si entra nello specifico, ma il giornalista lascia comunque intendere parecchio: “Prepotenze e nepotismi. Una legge non scritta della Rai prevede che qualsiasi cosa faccia il centrosinistra è giusta ma se a spostare una fioriera è il centrodestra, allora è una barbarie. Stucchevole“.

Poi si passa alla vita privata e al ricordo di uno dei momenti probabilmente più difficili della sua vita quando nel 2011 è stato colpito da ictus. A salvarlo, volendolo fortemente a lavoro quanto prima, fu Silvio Berlusconi. “Mi salvò letteralmente. – chiosa – In quel momento era presidente del Consiglio. Venne a trovarmi al Santa Lucia e io gli chiesi di sostituirti. Avevo la parte sinistra del corpo paralizzata, la bocca storta, non riuscivo a parlare“.

Nonostante le sue condizioni, Berlusconi lo incalzò a tornare forte che proprio il lavoro lo avrebbe ridato alla vita. “Parlò con i neurologi – racconta Mimun – fece una telefonata. Arrivò un computer e mi disse ‘guarirai lavorando. Ti chiedo qualità del tg e buoni ascolti’. Devo a lui se sono tornato in buona forma“.

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