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Elena Di Cioccio, la violenza subita: “Pestata a sangue e lasciata sull’asfalto”

La diagnosi di sieropositività, la violenza psicologica, le botte, la voglia di farla finita: il dramma di Elena Di Cioccio

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Elena Di Cioccio, la confessione in tv: “Sieropositiva da 21 anni”

Elena Di Cioccio, dopo il suo toccante monologo a Le Iene durante il quale ha confesso in tv di essere sieropositiva da 21 anni, è tornata a parlare della sua vita e del suo difficile passato segnato dalla violenza nel corso di un’intervista: il pensiero suicida, le botte e la convinzione di essere sempre la causa, la colpa del male che subiva.

La violenza subita dal carnefice: “Pestata a sangue e lasciata sull’asfalto”

Una vita stravolta da una data, quella dell’11 febbraio 2002. Sono trascorsi 21 anni da quando Elena Di Cioccio, attrice ma anche conduttrice ed ex volto de Le Iene, ha scoperto di essere sieropositiva. Una diagnosi che ha cambiato la sua vita, che non sapeva al principio affrontare: “Ero sconcertata perché all’epoca ero un’integralista, temevo le malattie a trasmissione sessuale e mi proteggevo“. “Ero una di quelle con l’alone viola intorno“, aveva detto a Le Iene qualche sera fa la Di Cioccio. Nel suo passato c’è infatti la costante paura, il timore del giudizio e del pregiudizio altrui, squalificante: “C’è chi mi ha accolta – confessa a Vanity Fair parlando dei suoi ex fidanzati – e chi ha finto e poi è stato carnefice. Ogni carnefice ha bisogno di una vittima e viceversa, io con la mia autostima sottozero ero una facile preda“.

Elena Di Cioccio: il ricordo della violenza, la minaccia e il pensiero suicida

Il ricordo va poi infatti proprio alle violenze subite da quel carnefice, tra disperazione, minacce e pensieri al suicidio. “Mi ha pestata a sangue e lasciata sull’asfalto. Ci concentriamo sempre sulle botte e poco sulla violenza psicologica. Avere paura tutti i giorni che stia per succedere qualcosa è un continuo fare a pezzi la tua autonomia. Io avevo toccato il fondo“, così la Di Cioccio. Poi la minaccia: “Adesso mando a tutti i numeri in rubrica, che è quasi identica alla tua, che sei una sieropositiva di merda“. Un messaggio che aveva ricevuto dal carnefice. “Ricordo bene quel giorno – dichiara – io con i piedi che sporgono dal cornicione del palazzo dove ero cresciuta. Sentivo di essermi infilata in un tunnel“.

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