J-Ax, polemica sull’orario di esibizione a Sanremo: “Cantiamo all’ora dei porno”

J-Ax, polemiche prima del Festival di Sanremo 2023: “Cantiamo all’ora dei porno”

Ha l’aria di essere una velata e pacifica polemica quella di J-Ax su Instagram che, a nome degli Articolo 31, si è lamentato sui social dell’orario di esibizione al Festival di Sanremo 2023: un orario che non avrebbe giocato in loro favore, detto con non poca ironia.

Festival di Sanremo 2023: Articolo 31 polemici sull’orario di esibizione

C’è sicuramente una vena polemica nelle parole di J-Ax ma anche dell’indiscutibile ironia. J-Ax ha voluto rivolgere ai suoi fan alcune parole prima dell’esibizione al Festival di Sanremo 2023 questa sera, la finale. Una polemica mascherata da un’irriverente “battaglia” quella di J-Ax che dopo aver ringraziato Amadeus e Gianni Morandi nonché il Festival in sé, ha voluto far notare una sorta di ingiustizia relativa all’orario di esibizione degli Articolo 31 nel corso delle serate di Sanremo.

“Cantiamo all’ora dei porno”

“C’era stato detto dalla nostra casa discografica che tutti avremmo avuto la stessa possibilità di visibilità“, ha così dichiarato J-Ax, introducendo il problema notato dagli Articolo 31. “Insomma, se una serata cantavi all’ora quando il panettiere si sveglia per infornare la ciabatta, la sera successiva cantavi all’ora in cui il pr si alza perché il suo naso ha fame“, così sempre Ax.

Il riferimento è alla “regola” per cui chi si è esibito in tarda serata a Sanremo, il giorno dopo deve godere la possibilità di essere tra i primi a salire sul palco dell’Ariston. “Invece a noi, come a tanti altri cantanti in gara, ad eccezione della prima serata quando votavano solo i giornalisti, da quando hanno aperto il televoto ci hanno fatto cantare sempre all’ora dei porno – ha commentato J-Ax, anche divertito ma non troppo – E sappiamo che i porno fanno concorrenza, è l’unica cosa che può portare via share a Sanremo“.

J-Ax e più in generale gli Articolo 31 lamentano di essersi esibiti sempre troppo “tardi”, soprattutto quando a votare c’era il pubblico. “Come Articolo 31 abbiamo una grossa esperienza nell’essere considerati ‘uncool’, ad essere messi da parte per fare spazio a chi è più presentabile e appetibile di noi“. Sul finale però i toni si smorzano: “Pazienza, non è servito a fermarci allora, figuriamoci adesso“.