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Gianluca Vialli, un’eterna lezione: “La malattia non è esclusivamente sofferenza”

Una delle ultime interviste di Gianluca Vialli: una lezione che abbiamo il dovere di non dimenticare

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L’ultima lezione di Gianluca Vialli: addio all’ex calciatore, morto a 59 anni

È una notizia drammatica e che spezza il cuore di tutti, tifosi e non, quella che riguarda la morte di Gianluca Vialli: l’ex calciatore ed ex capo delegazione degli Azzurri è morto quest’oggi a Londra, all’età di 59 anni. Un dolore immenso per il calciatore ma soprattutto per l’uomo, una persona che non ha mai smesso di essere d’esempio, come lui stesso avrebbe voluto essere. Abbiamo così deciso di ricordarlo così, riprendendo le sue parole estratte da una delle sue ultime interviste rilasciate a Cattelan e racchiuse nel ciclo Netflix de Una semplice domanda.

Gianluca Vialli, una semplice domanda: “Cerco di essere un esempio positivo per le mie figlie”

Così, tutto era partito proprio da Una semplice domanda. Una domanda molto intima di Cattelan a Vialli su come si affronta la vita, come si vivono i rapporti e gli affetti quando si scopre di avere un cancro. “Sono convinto che i nostri figli seguano di più il nostro esempio che le nostre parole. Credo di avere meno tempo ora per essere d’esempio e so che probabilmente non morirò di vecchiaia“, aveva risposto Vialli. Una delicatezza e una lucidità che l’hanno sempre contraddistinto. “Mi sento più fragile, e ogni pensiero mi porta ad un ragionamento: sto dando l’esempio giusto alle mie figlie? Adesso cerco di essere un esempio positivo. Cerco di insegnare ora che la felicità dipende dalla prospettiva con cui si guarda la vita. Provo a spiegare che non bisogna darsi arie, che si deve ascoltare di più e parlare di meno. Cerco di spiegare che devi migliorarti ogni giorno, ridere spesso, che devi aiutare gli altri. Secondo me questo è il segreto della felicità“.

“La vita al 20% è quello che ti succede, l’80% è il modo in cui reagisci”

Una corsa contro il tempo quella di Vialli che, dopo la diagnosi, ha cercato di sfruttarlo a suo favore, godendo del presente, godendo dell’affetto, godendo di quel tempo che sembra d’avanzo e che invece non lo è. “La malattia non è esclusivamente sofferenza” aveva poi dichiarato Valli. Parole che oggi più che mai descrivono l’animo, l’uomo ben oltre il campo da calcio.

Ci sono momenti bellissimi. Credo che la vita sia per il 20% quello che ti succede e per l’80% il modo in cui reagisci a quello che succede. Secondo me la malattia ti può insegnare molto di come sei fatto. Ti può spingere anche più in là rispetto al modo superficiale in cui viviamo la nostra vita fino a un certo punto. Io la considero anche un’opportunità. Non dico che sono grato nei confronti del cancro, ma non la considero una battaglia. Considero il cancro una fase della mia vita, un compagno di viaggio che spero che prima o poi si stanchi“.

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