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Belén, la drammatica confessione: “Avevamo le pistole puntate alla testa”

Le drammatiche confessioni di Belén Rodriguez

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Belén Rodriguez: le tragiche confessioni sulla vita in Argentina prima di scappare in Italia

Belén sarà una delle prossime protagoniste di Verissimo, ospite in studio di Silvia Toffanin nella puntata che andrà in onda su Canale5 domenica 2 ottobre: prima però, in una lunga intervista, ha confessato i drammi che l’hanno spinta a lasciare l’Argentina.

Il dramma di Belén, la paura e la minaccia di morte

C’è stata tanta sofferenza nella vita di Belén, tanta paura e tanto dolore. Non frasi fatte, ma vere e proprie drammatiche sensazioni vissute nel corso della sua adolescenza in Argentina. Drammi, come detto, che l’hanno spinta a scappare da quella quotidianità così violenta per venire in Italia con un contratto da modella. Intervistata dal Corriere della Sera, così Belén racconta quella che è stata probabilmente una delle più brutte sensazioni provate nella sua vita. Legata e sotto ricatto da parte di alcuni malviventi che hanno minacciato di morte lei e la sua famiglia.

“Ci legano, pistole puntate alla testa”

Lo spiega Belén che c’è qualcosa nella vita che può fare più paura del buio. “La vita quotidiana“, racconta la modella e conduttrice argentina. “Il fatto che la gente non avesse da mangiare. Saccheggiavano i supermercati, entravano nelle case, rubavano e uccidevano le famiglie“, dichiara, descrivendo una situazione drammatica in cui versava la popolazione argentina prima che decidesse di lasciare quel Paese in favore dell’Italia. “Un giorno arrivano da noi. In otto, armati e drogati di colla. Io ero in giardino, mi prendono per i capelli, mi trascinano dentro – racconta sempre Belén – Ci legano, pistole puntate alla testa. Oggetti rubati? Dalle tazzine di caffè alle forchette. Dalla televisione alle lenzuola. Vestiti, scarpe, mutande, il mio book fotografico da modella”.

Di quei momenti sempre Belén aggiunge poi la paura dopo essere stata prelevata da sola e trascinata in bagno: “Penso: se non mi uccidono tutto il resto va bene, il resto lo posso dimenticare. Nel bagno loro vogliono sapere il numero del conto corrente di mio padre. Nient’altro. Dopo otto ore vanno via con tutte le nostre cose, ma ci lasciano vivi.

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