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Maria Monsé, il dolore per i due aborti: “Uno strazio, ero disperata”

L’acuto dolore di Maria Monsé: i due aborti spontanei dopo la nascita della prima figlia Perla

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Maria Monsé aborti

Maria Monsé e il dramma di due aborti: “Uno strazio”

È una storia intima e di dolore quella raccontata da Maria Monsé: volto televisivo ed ex del GF Vip, la Monsé ha raccontato i due aborti avvenuti dopo la nascita della figlia Perla.

La nascita della figlia Perla, un anno dopo il primo aborto spontaneo

Si confida a cuore aperto Maria Monsé raccontando il dramma dell’aborto vissuto per due volte di seguito. Un dolore immenso, uno strazio: “Ero disperata, non ci volevo credere“. In una lunga intervista a Ok Salute e Benessere la Monsé ha raccontato la sua terribile esperienza personale che risale a qualche anno fa, dopo la nascita della prima figlia Perla nel 2006. “Ero entusiasta di cerca un altro figlio. Della gravidanza dopotutto serbavo solo ricordi positivi“. L’estate successiva alla nascita di Perla, Maria Monsé rimase incinta ma dopo appena 3 settimane si accorse che qualcosa dentro di lei non stava bene: “Ho iniziato a sentire dolori alla pancia, così sono corsa a fare un’ecografia“.

Il secondo aborto: “Ho convissuto con il pensiero che i dottori avessero sbagliato”

Era solo la terza settimana, il medico mi disse che non c’erano più battiti e io rimasi scioccata. Ma come? La mia favola era improvvisamente crollata“, racconta la Monsé. Poi il rientro a Roma e l’operazione in ospedale: “Per una tragica ironia della sorte, mi misero nella stanza accanto a quella in cui nascevano i bambini. Io stavo per abortire e dell’altra parte del muro sentivo piangere i neonati. Uno strazio – ha confessato la Monsé – Presi dei calmanti. L’operazione andò bene, nonostante il mio stato d’animo e le mie preoccupazioni“.

Superato a fatica il dolore per aver perso un figlio, tempo dopo, la Monsé decise di riprovarci. Nuovamente incinta però, si presentò lo stesso problema. “Ero disperata, non ci volevo credere. Andai da un altro medico per una seconda ecografia nonostante l’esito fu lo stesso. Dopo il secondo raschiamento ho convissuto per mesi con il pensiero che i dottori avessero sbagliato e che mio figlio, invece, era vivo e lo avevo perso volontariamente“.

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