Ricky Tognazzi e Simona Izzo: il regista rivela il segreto dei loro 26 anni di matrimonio

35 anni e non sentirli anche se non riguardano l’età ma l’amore: sono una coppia di fuoco, intensità e brillantezza Simona Izzo e Ricky Tognazzi. In occasione del Festival in omaggio al grande del cinema italiano, il padre Ugo Tognazzi, l’attore e regista si confida Mio svelando dettagli intimi della sua infanzia ma anche del suo rapporto quasi simbiotico sia a casa che a lavoro con la moglie Simona Izzo.

Izzo e Tognazzi, oltre 30 anni d’amore

Una coppia esplosiva tanto che lui descrive lei come un vulcano e se stesso un abitante di Pompei: “Dico sempre che è un vulcano e io un pompeiano rimasto estasiato e terrorizzato dalla visione che ha di fronte“, dichiara Tognazzi a Mio. Un lavoro di coppia il loro che, conosciutisi oltre 35 anni anni fa, condividono la vita di tutti i giorni e il lavoro senza risentire mai l’uno della continua presenza dell’altro, anzi: “Noi viviamo e condividiamo tutto il nostro tempo per generare quello che sono stati i nostri figli: i film, la serie che abbiamo fatto insieme“. Una complicità e un continuo essere una cosa sola che nasce dalla consapevolezza di stare ed essere sempre in due. Parlando di quale sia il segreto per non “scoppiare”, così Tognazzi: “Non avere paura di non condividere sempre lo stesso pensiero perché attraverso il dibattito si crea il dialogo, attraverso lo scontro si creano nuove armonie e nascono nuove idee. Il nostro rapporto non è noioso“.

L’infanzia nel segno di Ugo Tognazzi

E condividere con la Izzo non solamente la vita ma anche e soprattutto la passione non è mai stato penalizzante: “Non riesco a immaginare la mia vita accanto a una farmacista. Magari mi sbaglio – confessa Tognazzi – ma c’è una frase che dice ‘beato colui che non distingue il tempo libero dal lavoro’. Noi siamo quei privilegiati“. Quanto all’infanzia dell’attore, ovviamente non può che essere stata nel segno del padre, grande Maestro del cinema, Ugo Tognazzi: “Ha sempre tentato di raccontare delle distopie, un futuro bizzarro: tentava di interpretare l’oggi attraverso un futuro pessimista. Sicuramente in questo senso amo La donna scimma e La grande abbuffata“. Così Tognazzi traccia il riquadro del padre Ugo descrivendolo come un uomo animato dalla curiosità, dalla voglia di capire e di giocare: “L’arte di Ugo è l’arte di un lavoratore onesto che ha sempre amato percorsi curiosi, non ovvi“.