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Bianca Balti congela gli ovociti: “Una donna non ha bisogno di un uomo per fare un figlio”
La modella racconta il periodo doloroso della sua vita che l’ha portata a prendere una decisione molto importante
La modella parla della separazione e della scelta di diventare madre senza un partner
Bianca Balti, la supermodella lodigiana classe 1984, ha condiviso con i suoi follower il racconto dell’esperienza emotiva che l’ha portata alla scelta di congelare gli ovociti. Tale pratica consente di preservare la fertilità di una donna per eventuali gestazioni future, tramite fecondazione assistita. Bianca Balti ha ripercorso la rottura della relazione con l’ex compagno e il raggiungimento della consapevolezza di poter fare a meno di chiunque, anche per diventare nuovamente madre.
“L’indipendenza di cui io avevo bisogno era quella riproduttiva”
Quello intrapreso dalla modella è stato un percorso lungo un anno, che l’ha portata a scegliere di “conservare gli ovociti per diventare mamma al momento giusto”. La decisione è nata dopo la scoperta che l’uomo con cui viveva non la amava più. Una serie di tira e molla tra i due che si è conclusa con la separazione. Bianca Balti racconta di aver analizzato a fondo se stessa, arrivando a capire ciò che davvero voleva: “L’indipendenza di cui io avevo bisogno era quella riproduttiva. Così un anno fa optai per congelare gli ovociti”. Da qui la decisione, presa non senza sofferenza emotiva.
Il racconto di Bianca Balti: “Mi vergognavo per l’ennesimo fallimento”
“Fu dura e non solo fisicamente; benché fosse la prima cosa che facessi per me stessa da molto tempo, era duro non condividerla con un partner. Era come se, finalmente, stessi facendo i conti con la realtà delle cose, ovvero la fine del rapporto. Il tutto nel mezzo di una tempesta ormonale…Gli ormoni, le iniezioni, gli sbalzi d’umore, i litigi e la fine della relazione coincisero tutti nell’arco di poche settimane, un anno fa. Iniziai la mia nuova vita da single alla fine di marzo 2021 provata e… gonfia. Per un mese circa non riuscii a dormire la notte. Mi vergognavo per l’ennesimo fallimento e mi credevo indegna di qualsiasi forma d’amore. Non riuscivo più ad entrare nei vestiti, complice la ritenzione idrica post trattamento. Mi sentivo brutta, stupida e triste. Ero stata svuotata di tutta la stima per me stessa e non sapevo dove trovare la forza per andare avanti. Eppure, svincolare il mio sogno di maternità dagli umori di una relazione fu la cosa più coraggiosa che ebbi mai il coraggio di fare per me”.