Attualità
Perché tutti vogliono lo iodio? Serve davvero a proteggerci dalle radiazioni?
La caccia allo ioduro è ufficialmente aperta
Che correlazione c’è fra ioduro di potassio, radiazioni e guerra in Ucraina?
La guerra fra Ucraina e Russia prosegue, con quest’ultima che ha messo le mani sulla centrale nucleare ucraina di Chernobyl e ha portato più recentemente avanti gli attacchi contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Per tutta risposta, in molti paesi, è scattata una corsa all’approvvigionamento di pastiglie di ioduro di potassio, composto utilizzato come farmaco contro l’ipertiroidismo e protezione nel caso di emissioni di radiazioni.
Ioduro di potassio: che cos’è e perché viene utilizzato
Un po’ come è accaduto con il gel disinfettate e le mascherine, in tanti paesi ha preso il via la caccia allo ioduro di potassio nelle farmacie, come effetto dei recenti attacchi portati avanti dalla Russia verso le centrali nucleari ucraine. Ma in merito all’utilizzo dello ioduro, la raccomandazione principale è quella di evitare assolutamente il fai-da-te. Infatti le compresse riducono sì gli effetti negativi sulla salute nei soggetti entrati in contatto con radiazioni, ma non hanno alcuna funzione se utilizzati preventivamente. Si tratta, infatti, di compresse che riducono gli effetti negativi sulla salute delle persone esposte e vanno ingerite tempestivamente, ossia da alcune ore fino ad un giorno prima dell’esposizione.
Infatti, come riporta Il Sole 24 Ore, Sebastiano Venturi, medico esperto di igiene pubblica e che ha lavorato nel Servizio di igiene e prevenzione della Ausl di Rimini, in merito allo ioduro ha affermato: “Va assunto solo dietro indicazioni dei responsabili della salute pubblica o di coloro che gestiscono l’emergenza” e, cosa più importante, va assunto soltanto in “dosi opportune e non come preventivo in assenza di radioattività“.
L’Italia e l’approvvigionamento di ioduro di potassio
Per quanto attiene il nostro paese, l’Italia ha il suo piano di iodioprofilassi contenuto all’interno del Piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche, che in caso di incidente reputato “severo“, prevede una “distribuzione di iodio stabile nelle aree interessate“. Questo, come si riporta il testo, fungerà da “efficace misura di intervento per la protezione della tiroide, purché venga attuata tempestivamente (da alcune ore fino ad un giorno prima dell’esposizione o al massimo entro le prime 6-8 ore dall’inizio dell’esposizione)“.