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David Foster Wallace: 60 anni fa nasceva il grande scrittore americano, ecco alcune opere da (ri)scoprire
Assurdi viaggi in crociera e interviste senza domande: viaggio alla scoperta di David Foster Wallace
Infinite Jest, il suo romanzo-mondo, e gli altri capolavori per conoscere uno degli autori contemporanei più rilevanti
Infinite Jest (1996) è il romanzo di quasi mille pagine che ha inserito David Foster Wallace nell’olimpo degli scrittori, perlomeno quelli contemporanei. Il Time lo ha indicato fra i 100 migliori libri in lingua inglese pubblicati tra il 1923 e il 2005. La trama è complessa e lo stile di scrittura non immediato, lo rendono un libro dall’approccio non semplice. Pertanto, per chi non conoscesse le sue opere, è possibile iniziarne la scoperta attraverso altri volumi comunque imperdibili e di grande arricchimento.
David Foster Wallace: un autore davvero di culto, capace di innervosire e divertire allo stesso tempo
Come primo approccio all’opera di David Foster Wallace può fare al caso del lettore Una Cosa Divertente che non farò mai più. Non si tratta di un romanzo, bensì di un reportage commissionato a Wallace dalla rivista Harper’s Magazine. Quello che doveva essere un articolo/recensione di un viaggio sulla crociera Nadir, con destinazione Caraibi, diventa una riflessione sulla natura umana, soprattutto in relazione al capitalismo e alla creazione “a tavolino” dei desideri. Wallace si ritrova in un mondo artificiale, un hotel sul mare studiato per viziare in qualsivoglia modo i clienti.
Tutto intorno a Wallace gli appare estremamente ridicolo, ma al contempo tutto è rivestito di tale serietà e ricerca maniacale di perfezione da risultare estremamente straniante all’autore. Ogni singola pagina scatena risate, soprattutto per chi conosca in prima persona la vita da crociera. Metà del divertimento, come spesso accade nelle opere di Wallace, sta nel suo ricco apparato di note bizzarre, che molti scrittori dopo di lui hanno provato a imitare, senza però raggiungere mai il suo livello.
Le interviste à la Wallace, così finte che più vere non si può
Un altro titolo che ben si presta per iniziare a scoprire David Foster Wallace è Brevi intervista con uomini schifosi, che è esattamente ciò che il titolo suggerisce, una raccolta di 23 racconti di colloqui a persone “cattive”. Le domande non vengono palesate, sostituite dalla sola lettera D che suggerisce che comunque siano avvenute e la presenza dell’intervistatrice si intuisce solamente, ma mai si concretizza effettivamente. E le risposte sono deliranti.
Se anche i pesci non sanno cos’è l’acqua…
È quasi d’obbligo inoltre, per comprendere la filosofia di David Foster Wallace, recuperare il discorso tenuto dallo scrittore per la cerimonia delle lauree al Kenyon College, nel 2005, tre anni prima del suo suicidio. Si intitola Questa è l’Acqua, come la raccolta di racconti in cui è compreso. Due pesci stanno nuotando nell’oceano quando incontrano un pesce più anziano che li saluta. “Buongiorno, ragazzi. Com’è l’acqua?”. I due pesci continuano a nuotare per un po’, finché uno dice all’altro: “Ma cos’è l’acqua?”. Questo era Wallace, un intellettuale senza nessuna certezza, ma con la voglia di indagare tutto.
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