Programmi
Nunzia De Girolamo racconta la nuova stagione di Ciao maschio
Intervista a Nunzia De Girolamo
La conduttrice torna su RaiUno con Ciao maschio, il programma dedicato alla scoperta dell’universo maschile
Sabato 12 febbraio torna su RaiUno la nuova stagione di Ciao maschio, il programma tv condotto da Nunzia De Girolamo, che indaga l’universo maschile. Attraverso il dialogo con i suoi numerosi ospiti, la conduttrice proverà a creare punti di contatto con il mondo femminile, affrontando alcuni temi che spesso non rientrano nei dialoghi tra i generi.
A raccontarci le sue sensazioni, gli intenti della seconda stagione di Ciao maschio e qualcosa in più sugli ospiti del suo programma è stata proprio Nunzia De Girolamo.
L’intervista a Nunzia De Girolamo
Nunzia, quali sono le tue sensazioni ed emozioni a pochi giorni dalla ripartenza di Ciao maschio?
Sono molto entusiasta, non vedo l’ora di ricominciare. Continua il viaggio nell’universo maschile partito l’anno scorso, sarà molto interessante proseguire il discorso con i ‘miei’ maschi. Dopo un anno di esperienza mi sento a casa anche nel mondo televisivo, sono felice.
Attraverso le tue interviste stai costruendo un identikit maschile del complesso periodo che viviamo. Cosa hai capito ad oggi di questo universo?
Vedo la generazione più adulta leggermente smarrita. Sono uomini nati e cresciuti con le nostre nonne, le nostre mamme e si ritrovano ad invecchiare con noi mogli che siamo un modello femminile profondamente diverso dal precedente. Noi donne siamo profondamente cambiate, sia come ruoli sia come responsabilità, come emancipazione. Quindi sono uomini che si devono reinventare, riscoprire e rideterminare nella società. I più giovani invece sono all’avanguardia, hanno già superato ogni tipo di conflitto, pregiudizio, incomprensione o smarrimento. Sono quelli che sono apparsi sul palco di Sanremo vestiti di rosa o con le trasparenze, che vanno oltre le differenze, che hanno lo stesso concetto di unicità della ‘mia’ Drusilla.
A proposito di Drusilla, che hai avuto al tuo fianco nella passata edizione di Ciao maschio, come è stato vederla avere un tale successo a Sanremo?
Ho provato grande soddisfazione come amica e soddisfazione professionale. Drusilla ha cominciato con Chiambretti, ma in Rai è entrata con Ciao maschio, quindi sono stata felice di aver potuto dare il primo palcoscenico della tv pubblica a Drusilla. È stata una strada coraggiosa, io conducevo per la prima volta e venivo dalla politica. Ero una donna di centro-destra, quindi con tutti i pregiudizi sul tema legati al mio mondo di appartenenza. Ho scelto Drusilla per lanciare un messaggio culturale. Anche a me non piace la parola diverso, io ho vissuto sempre per l’integrazione, per la contaminazione. Ho avuto una grande soddisfazione personale perché allora, con coraggio, con tutti i fari, anzi le armi nucleari puntate contro, ho fatto un programma che si chiama Ciao maschio e ho messo accanto a me Drusilla. Quando l’ho vista su quel palco ho provato orgoglio. Per la mia scelta, per l’amicizia e perché Gianluca, che poi sarebbe Drusilla, viene dal sacrificio classico di un attore di teatro, per cui vedere il merito anche su quel palco a parte l’unicità del personaggio è una soddisfazione non solo in termini professionali e umani, ma anche culturali. E quest’anno io proseguo per questa strada. Lei non ci potrà essere, perché ha un’agenda teatrale molto fitta e io l’ho sostituita con le Karma B.
Che tipo di ospiti dobbiamo aspettarci?
Ci saranno politici, uomini dello spettacolo, del mondo della scrittura. Sono tantissimi. Una novità rispetto all’anno scorso è il mondo dello sport. Sono stata molto contenta di coinvolgere sia Malagò, sia Patrizio Oliva, che è un pugile con una storia di vita molto bella.
Un motivo per non perdersi la nuova stagione di Ciao maschio?
Ciao maschio non è un addio al maschio, non è un ‘ciaone’. È un ‘benvenuto maschio’ e se vogliamo superare i conflitti, le diversità, l’incapacità di stare insieme, dobbiamo imparare ad ascoltare. Ascoltando il mondo maschile si può migliorare anche quello femminile. È inutile parlare di alcuni temi soltanto tra donne, bisogna costringere anche i maschi a farlo. Chi è curioso e appartiene magari a generazioni che alcune domande non le hanno mai poste al maschio, può stare sereno perché gliele farò io.
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