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I furti da film di opere d’arte: da Caravaggio a Vermeer, nessuno è salvo
I furti d’arte sono molto comuni, specie nei piccoli musei. I ladri vengono spesso acciuffati, ma a volte la scampano, come in questi tre casi peculiari.
Quando l’arte incontra la criminalità
Non è sempre chiaro perché si rubino le opere d’arte. Da un punto di vista meramente economico non è quasi mai un grande affare: la pressione mediatica e dalla polizia è alta anche a distanza di tempo, quindi è molto difficile rivendere un’opera sul mercato nero. Si punta spesso più presumibilmente ad ottenere un riscatto, soldi che un museo pagherebbe per riavere indietro l’opera. Ma anche qui il rischio è alto per i ladri. Molto diffusa è l’idea, veicolata anche da film e serie TV, dei furti su commissione, grandi collezionisti senza scrupoli che assumerebbero abilissimi ladri. Ma i casi in cui si verifica una simile circostanza sono molto pochi nella realtà. Più comune è l’iniziativa eccentrica di qualche novello Arsenio Lupin. Anche per motivi di ordine “pratico”: dovendo scegliere fra portarsi dietro milioni di dollari in contanti o rubare un piccolo ritratto di uguale valore è molto più “comoda” la seconda opzione. Quali che siano le motivazioni, i furti d’arte sono quasi all’ordine del giorno. Qui ne vedremo alcuni fra i più famosi o bizzarri, quasi tutti casi ancora irrisolti.
Concerto a Tre, un furto da 200 milioni
Il più prezioso fra i quadri attualmente dispersi è Concerto a Tre di Johannes Vermeer, con un valore stimato di 200 milioni di dollari. Era conservato al museo Isabella Stewart Gardner a Boston. Un giorno nel 1990 alcuni ladri vi si introdussero, semplicemente travestendosi da agenti di polizia e citofonando alla porta principale. Agirono indisturbati quella notte di marzo, trafugando anche altre opere. Nessuno ebbe mai loro notizie, nonostante una taglia di 10 milioni sulle loro teste. Tale è la cifra promessa a chiunque riesca a fornire informazioni vere sui “rapinatori”. Il quadro raffigura l’interno di un salotto, dove un gentiluomo è seduto di spalle, in mezzo a due dame. Una suona il clavicembalo e l’altra è intenta a cantare. Il Concerto risale al 1664, appena prima de La Ragazza col Turbante, forse l’opera più nota di Vermeer.
La Natività del Caravaggio scomparsa da Palermo
Anche il nostro paese è investito dal mistero, in particolare uno dei furti irrisolti “più famosi e costosi” riguarda il Caravaggio. La sua Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi (databile al 1600) era conservato a Palermo, nell’oratorio di San Lorenzo, nel quartiere centrale della Kalsa. 20 milioni di euro di valore e una bellezza inestimabile, dai colori scuri, sembrano spariti nel nulla. Probabilmente dietro il furto è stata coinvolta Cosa Nostra. Il pentito di mafia Francesco Marino Mannoia nel processo Andreotti del 1996 disse che un dipinto trafugato da loro era poi stato distrutto, dopo che si accorsero che non era rivendibile. Ma pare proprio che si riferisse a un’altra opera. Un altro aspetto triste è che questa natività era sconosciuta anche agli stessi palermitani, prima della fatidica notte del furto fra il 17 e il 18 ottobre del 1969. Addirittura pare, secondo un’ipotesi stravagante, che i ladri fossero venuti a conoscenza di quel Caravaggio tramite il programma divulgativo RAI Capolavori Nascosti.
Un Frans Hals rubato tre volte
Uno strano primato appartiene a un quadro del fiammingo Frans Hals. Il suo I Ragazzi che ridono, noto anche come I giovani ridenti con la birra, dal 1988 ad oggi è stato rubato ben tre volte. Il museo Hofje van Mevrouw van Aerden nei Paesi Bassi è per la terza volta vittima del medesimo furto, si trova nella città di Leerdam che è famosa per il formaggio. Frans Hals è vissuto nel cosiddetto Periodo d’Oro, a cavallo fra il XVI e il XVII secolo, forse sarebbe compiaciuto di vedere che esiste ancora oggi un mercato per il suo quadro.