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Festival di Sanremo contestato l’affidamento diretto alla Rai senza una gara
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Festival di Sanremo contestato l’affidamento diretto alla Rai senza una gara. La sentenza del TAR della Liguria che stabilisce l’obbligo per il comune di Sanremo di indire una gara pubblica per l’organizzazione del Festival di Sanremo a partire dal 2026 rappresenta una svolta significativa per la gestione dell’evento più iconico della televisione italiana. La decisione segue un ricorso presentato da Just Entertainment (JE), che aveva contestato l’affidamento diretto alla Rai delle edizioni del 2024 e 2025 senza gara.
La questione del marchio e del format
Il nodo centrale della disputa riguarda la distinzione tra il marchio del Festival, che è di proprietà del comune di Sanremo, e il format, ossia l’insieme delle caratteristiche distintive della trasmissione televisiva, che secondo la Rai sono inscindibili dal marchio stesso. Il TAR, tuttavia, ha respinto questa interpretazione, affermando che il comune ha la facoltà di concedere il marchio tramite una gara pubblica, anche a progetti con format diversi da quello attuale.
Implicazioni per il futuro
Dal 2026, quindi, il Festival di Sanremo potrebbe essere organizzato da un soggetto diverso dalla Rai, un’eventualità che apre nuovi scenari per l’evento e per il panorama televisivo italiano. La Rai, che da sempre associa la sua immagine e i suoi successi commerciali al Festival, ha già anticipato che presenterà ricorso contro la sentenza. La posta in gioco è alta: Sanremo è un evento che genera decine di milioni di euro di introiti pubblicitari ed è uno dei programmi più seguiti ogni anno.
Una battaglia legale complessa
La sentenza potrebbe innescare una lunga battaglia legale, con implicazioni che andranno oltre il Festival stesso. L’eventuale ricorso della Rai potrebbe ribaltare la decisione o portare a nuovi equilibri tra il comune di Sanremo e l’azienda di servizio pubblico.
Festival di Sanremo contestato l’affidamento alla Rai senza una gara, reazioni e prospettive
Il sindaco di Sanremo, Alessandro Mager, ha definito la decisione «inaspettata» e ha annunciato che il comune valuterà attentamente i prossimi passi. Nel frattempo, gli operatori del settore, come JE, potrebbero prepararsi a partecipare a un’eventuale gara pubblica, con l’opportunità di proporre una visione alternativa del Festival.
Se la sentenza dovesse essere confermata, si tratterebbe di un cambiamento epocale, che potrebbe ridefinire il modo in cui il Festival di Sanremo viene concepito e prodotto, lasciando spazio a un maggiore pluralismo nell’organizzazione di uno degli eventi culturali più rappresentativi d’Italia.