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Enrico Brignano: “Stimo chi lotta per lo stipendio”

Il comico e attore parla di influencer e lavori meno remunerativi ma indispensabili

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Enrico Brignano

“Non capisco perché debbano avere meno fortuna degli influencer”: il pensiero di Enrico Brignano sul mondo del lavoro

Enrico Brignano ha concesso una lunga intervista a Repubblica, dedicata ai suoi prossimi impegni teatrali, ma anche ad alcuni ragionamenti di più ampio respiro. In modo particolare, il comico e attore ha parlato del mondo lavorativo in Italia: Personalmente io poi riservo il ‘tu’ a chi ha la forza di combattere per la pagnotta, a chi non vede il salario minimo, e non capisco perché la gente a livello di cose umili, eppure riconosciuta come necessaria, che spende il suo tempo in lotte impari, in lavori per me più importanti di quelli velleitari, gente che si prende cura di bagni e autogrill, e di dure fatiche notturne, da guardie giurate o da ambulanzieri, o lavatori di auto, debbano avere meno fortuna e attenzione degli influencer”.

Brignano ha poi voluto sottolineare una differenza: “Attenzione: non mi schiero in modo supino con la classe operaia, non amo gli assenteisti, stimo però quelli che fanno chilometri per stipendi in grado di fare arrivare a fine mese, altrimenti non sono orgoglioso di un Paese che non riconosce 9 euro all’ora: impossibile dargliene meno a una tata che sta con mia figlia a giocare, a chi ci accudisce i parenti. Perché non pensarla così per la persona straniera che sta con mia madre che ha 86 anni? E anche ai muratori, ai fabbri come non dargli un riconoscimento dignitoso?”

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