MUSICA
“Tutto il resto è noia”: quando Franco Califano ammoniva che, nell’amore, non è tutto oro quel che luccica
“No, non ho detto ‘gioia’, ma noia, noia, noia, maledetta noia”: cosa voleva dire il compianto Franco Califano
Nel 1977, Franco Califano, cantautore nato in Libia ma cresciuto a Roma e da una dozzina d’anni intento a fare la spola tra la Capitale e Milano per ragioni di lavoro (è infatti un apprezzato paroliere, scoperto nel 1964 da Edoardo Vianello), firma con la Dischi Ricordi ed incide due album, i quali escono nel giro di pochi mesi: uno s’intitola Tutto il resto è noia e l’altro Tac… ! ed entrambi sono molto diffusi sia in formato audiocassetta che in “cartuccia Stereo 8”, ossia un supporto introdotto in Italia nel 1967 soprattutto per gli ascolti in automobile e con un intero album suddiviso in quattro piste di circa 10 minuti ciascuna.
Franco Califano e il rapporto con l’amore declamato
In effetti “il Califfo”, come lo chiamano nei giri non solo musicali da lui frequentati sia nel Lazio che in Lombardia, non è solo un autore di testi molto originali ed anche rasentanti il realismo di certe situazioni, soprattutto sentimentali, da lui descritte, ma è pure un grande seduttore (uno “sciupafemmine”, come suol dirsi) e quindi col tempo è arrivato a farsi un’idea di come gestire il rapporto di coppia, occasionale o meno, sfogando nei testi i propri punti di vista anche con delle vicende verosimili da lui raccontate, cantando in italiano o romanesco oppure declamando rime a volte crude nella lingua capitolina.
L’album Tutto il resto è noia contiene 12 brani: tra quelli cantati segnaliamo Me ‘nnamoro de te, Buona fortuna, Annamaria! e la già nota Sto con lei, scritta alcuni anni prima per Ornella Vanoni, la quale portò al successo il motivo ovviamente in versione femminile. Tra i parlati, meritano menzione la commovente Moriremo insieme e soprattutto la rabbiosa La vacanza di fine settimana, sfogo di un operaio che vorrebbe riposarsi il sabato e la domenica dopo aver lavorato sodo in cantiere da lunedì a venerdì, ma che la moglie costringe ad accompagnarla in montagna “per darsi un tono”.
Tutto il resto è noia, la riflessione sincera e profonda sull’amore “eterno finché dura”
E poi c’è il brano omonimo della raccolta, quel Tutto il resto è noia che fotografa nel testo la fragilità di un amore che si vorrebbe invece stabile ed eterno, suddividendone le fasi principali in 4 brevi strofe. S’incomincia con il primo incontro, momento in cui si cerca di capire se effettivamente può nascere un’intesa fra “lui” e “lei”; ben presto si giunge al primo bacio e fioriscono sogni d’amore eterno, alimentati da un entusiasmo che con gli anni si rivelerà poi un segno di ingenua illusione. Quindi arriva anche il primo contatto fisico di una certa importanza, per organizzare il quale il protagonista della canzone perde un intero pomeriggio, intento a scegliere le migliori lenzuola disponibili anche per mettere a proprio agio la partner prima di fare l’amore. Sembra che tutto vada liscio, ma già dopo un anno o poco più di unione ci si accorge che il rapporto di coppia sta scadendo nel prevedibile, nella solita routine per cui ci si parla di meno e ci vogliono gli amici per animare certe serate altrimenti inutili. Già, perché proprio allora, più che mai, “tutto il resto è noia; no, non ho detto ‘gioia’, ma noia, noia, noia, maledetta noia!”.
Il ricordo del “Califfo” a 8 anni dalla scomparsa
Franco Califano è morto il 30 marzo 2013 a 74 anni: forse non è stato commemorato negli anni con l’insistenza che ha caratterizzato l’approccio dei mezzi di comunicazione di massa con la rievocazione della carriera di altri artisti scomparsi, ma comunque alcuni suoi brani vengono ogni tanto ritrasmessi dalle radio e dalle televisioni. Primo fra tutti proprio Tutto il resto è noia, titolo ormai diventato proverbiale.