Vittorio Sgarbi e il caso delle “consulenze d’oro”: cos’è successo

Vittorio Sgarbi denuncia il giornalista del Il Fatto Quotidiano dopo il caso delle “consulenze d’oro”

C’è già una denuncia depositata da parte di Vittorio Sgarbi nei confronti del giornalista de Il Fatto Quotidiano che ha messo in luce un presunto illecito da parte del sottosegretario alla Cultura. Di oggi infatti un articolo dove vengono elencati premi e mostre dalle quali Sgarbi avrebbe tratto profitto in maniera non conforme alla legge.

“300mila euro in 9 mesi”: l’accusa nei confronti di Vittorio Sgarbi

“Sgarbi, cachet d’oro in barba alla legge: 300mila euro in 9 mesi“, questo il titolo de Il Fatto Quotidiano che illumina una questione. Così Thomas Mackinson, giornalista, avrebbe posto sotto la lente d’ingrandimento numerose consulenze che Sgarbi si sarebbe fatto pagare, tutte relative all’anno corrente, nonostante ricopra la carica di sottosegretario. Di mezzo però c’è una legge emessa il 20 luglio del 2004, la numero 215.

Cosa dice la legge

L215/2004 articolo 2 comma 1d.

“Il titolare di cariche di governo, nello svolgimento del proprio incarico, non può [tra le tante ndr] esercitare attività professionali o di lavoro autonomo in materie connesse con la carica di governo, di qualunque natura, anche se gratuite, a favore di soggetti pubblici o privati;  in ragione di tali attività il titolare di cariche di governo può percepire unicamente i proventi per le prestazioni svolte prima dell’assunzione della carica; inoltre, non può ricoprire cariche o uffici, o svolgere altre funzioni comunque denominate, né compiere atti di gestione in associazioni o società tra professionisti“.

Immediata la replica da parte di Vittorio Sgarbi: “La mia attività non è vietata dalla legge. Sono come un ministro che scrive libri. – riporta Open – L’autore dell’articolo sta lavorando su dati che riguardano la mia vita professionale probabilmente carpiti via internet. E io ho appena denunciato“.